Il Papa: le Beatitudini non sono un mero elenco, per capirle bisogna aprire il cuore
La vera libertà nasce dall’aprire la porta del cuore al Signore: è quanto sottolineato
da Papa Francesco nella Messa di lunedì mattina alla Casa Santa Marta. Il Papa ha
affermato che la salvezza è vivere nella consolazione dello Spirito Santo, non nella
consolazione dello spirito del mondo. Alla Messa - concelebrata dal cardinale Stanislaw
Rylko, da mons. Josef Clemens e da mons. George Valiamattam, arcivescovo indiano di
Tellicherry - ha preso parte un gruppo di sacerdoti e collaboratori del Pontificio
Consiglio per i Laici. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Cos’è la consolazione
per un cristiano? Papa Francesco ha iniziato la sua omelia osservando che San Paolo,
all'inizio della seconda Lettera ai Corinzi, utilizza numerose volte la parola consolazione.
L’Apostolo delle Genti, ha aggiunto, “parla ai cristiani giovani nella fede”, persone
che “hanno incominciato da poco la strada di Gesù”. E insiste proprio su questo, anche
se “non erano tutti perseguitati”. Erano persone normali, “ma avevano trovato Gesù”.
Proprio questo, ha affermato, “è un cambiamento di vita tale che era necessaria una
forza speciale di Dio” e questa forza è la consolazione. La consolazione, ha detto
ancora, “è la presenza di Dio nel nostro cuore”. Ma, ha avvertito, perché il Signore
“sia nel nostro cuore, è necessario aprire la porta”, è necessaria la nostra “conversione”:
“La
salvezza è questo: vivere nella consolazione dello Spirito Santo, non vivere nella
consolazione dello spirito del mondo. No, quella non è salvezza, quello è peccato.
La salvezza è andare avanti e aprire il cuore, perché venga questa consolazione dello
Spirito Santo, che è la salvezza. Ma non si può negoziare un po’ di qua e un po’ di
là? Fare un po’ una macedonia, diciamo, no? Un po’ di Spirito Santo, un po’ di spirito
del mondo... No! Una cosa o l’altra”.
Il Signore, ha proseguito, lo dice
chiaramente: “Non si possono servire due padroni: o si serve il Signore o si serve
lo spirito del mondo”. Non si possono “mischiare”. Ecco allora che, quando siamo aperti
allo Spirito del Signore, possiamo capire la “nuova legge che il Signore ci porta”:
le Beatitudini, di cui narra il Vangelo odierno. Queste Beatitudini, ha soggiunto,
“soltanto si capiscono se uno ha il cuore aperto, si capiscono dalla consolazione
dello Spirito Santo”, mentre “non si possono capire con l’intelligenza umana soltanto”:
“Sono
i nuovi comandamenti. Ma se noi non abbiamo il cuore aperto allo Spirito Santo, sembreranno
sciocchezze. ‘Ma, guarda, essere poveri, essere miti, essere misericordiosi non sembra
una cosa che ci porti al successo’. Se non abbiamo il cuore aperto e se non abbiamo
gustato quella consolazione dello Spirito Santo, che è la salvezza, non si capisce
questo. Questa è la legge per quelli che sono stati salvati e hanno aperto il loro
cuore alla salvezza. Questa è la legge dei liberi, con quella libertà dello Spirito
Santo”.
Uno, ha detto Papa Francesco, “può regolare la sua vita, sistemarla
su un elenco di comandamenti o procedimenti”, un elenco “meramente umano”. Ma questo
“alla fine non ci porta alla salvezza”, solo il cuore aperto ci porta alla salvezza.
Ha così rammentato che tanti erano interessati a “esaminare” la “dottrina nuova e
poi litigare con Gesù”. E ciò accadeva perché “avevano il cuore chiuso nelle loro
cose”, “cose che Dio voleva cambiare”. Perché, dunque, si chiede il Papa, ci sono
persone che “hanno il cuore chiuso alla salvezza?” Perché, è la sua risposta, “abbiamo
paura della salvezza. Abbiamo bisogno, ma abbiamo paura”, perché quando viene il Signore
“per salvarci dobbiamo dare tutto. E comanda Lui! E di questo abbiamo paura”, perché
“vogliamo comandare noi”. E ha aggiunto che, per capire “questi nuovi comandamenti”,
abbiamo bisogno della libertà che “nasce dallo Spirito Santo, che ci salva, che ci
consola” e “dà la vita”:
“Possiamo oggi chiedere al Signore la grazia di
seguirlo, ma con questa libertà. Perché se noi vogliamo seguirlo con la nostra libertà
umana soltanto, alla fine diventeremo ipocriti come quei farisei e sadducei, quelli
che litigavano con Lui. L’ipocrisia è questo: non lasciare che lo Spirito cambi il
cuore con la sua salvezza. La libertà dello Spirito, che ci dà lo Spirito, anche è
una sorta di schiavitù, una ‘schiavitù’ al Signore che ci fa liberi, è un’altra libertà.
Invece, la libertà nostra soltanto è una schiavitù, ma non al Signore, ma allo spirito
del mondo. Chiediamo la grazia di aprire il nostro cuore alla consolazione dello Spirito
Santo, perché questa consolazione, che è la salvezza, ci faccia capire bene questi
comandamenti. Così sia!"