2013-06-09 15:32:07

Usa-Cina: tensioni sulla cyber sicurezza, ok a stop al nucleare in Corea del Nord


Cyber sicurezza, programma nucleare nordcoreano, politiche monetarie e commerciali e la lotta ai cambiamenti climatici. Questi i temi principali al centro del Vertice informale tra il presidente Usa Barack Obama e il presidente cinese Xi Jinping, che si è chiuso ieri sera nel resort californiano di Rancho Mirage. Secondo gli osservatori, durante la due giorni sono stati pochi i punti di convergenza tra le due superpotenze. Come testimonia il fatto che l’incontro, seppure non ufficiale, si è concluso senza dichiarazioni congiunte, tranne che sull’impegno per il clima che ha visto, per la prima volta, Usa e Cina sottoscrivere un accordo per la riduzione di gas ad effetto serra. Washington e Pechino in sintonia anche sulla volontà di denuclearizzare la Corea del Nord. I rapporti restano tesi, invece, sulla questione degli attacchi informatici. Se il problema della cyber sicurezza non viene affrontato seriamente ci saranno ancora problemi nelle relazioni, ha detto Obama a Xi Jinping. Per quanto riguarda i cambi, la Cina sostiene che la sua moneta è vicina alla condizione di equilibrio e non rappresenta la causa principale degli squilibri commerciali con gli Stati Uniti. (M.G.)

Ma che cosa significa questo incontro, soprattutto per Pechino? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Valeria Zanier, docente dell’Economia della Cina contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia: RealAudioMP3

R. – Sicuramente segna un passo avanti nell'obiettivo della Cina di avere un ruolo a livello geopolitico globale più consono alla potenza economica che è diventata in questi ultimi anni. In realtà non è ben chiaro su che cosa si fonderà questo nuovo accordo tra Cina e Stati Uniti. Sicuramente, però, ci sono le tematiche molto importanti della sicurezza nucleare internazionale e sappiamo che la questione della Corea del Nord è un punto caldo già da diversi mesi. In generale possiamo dire che la Cina ha molto ampliato il raggio delle sue relazioni dirette e, quindi, potrebbe anche essere un modello di sviluppo alternativo, rispetto a quello degli Stati Uniti, che è stato vincente fino a poco tempo fa.

D. – Che cosa di concreto potrà venire fuori da questo incontro?

R. – Probabilmente potrà venire fuori un diverso equilibrio dei rapporti in alcune istituzioni mondiali come ad esempio il Fondo Monetario Internazionale. La Cina si aspetta di avere un ruolo più forte in questa istituzione internazionale, come anche in altre.

D. – Come faranno Washington e Pechino a superare quelle diversità ideologiche, che sinora hanno rappresentato un ostacolo insormontabile a qualsiasi tentativo di dialogo?

R. – Il Partito comunista cinese non ha mai finora proposto una modernizzazione in chiave democratica, oltretutto ci sono stati diversi scontri tra le fazioni politiche all’interno del partito stesso e non sembra adesso il momento ideale per un cambiamento in questo senso.

D. – Per gli Stati Uniti avvicinarsi alla Cina vuol dire rinunciare a dialoghi più stretti con altre grandi potenze, come la Russia, i Paesi europei...

R. – Non so se l’avvicinamento degli Stati Uniti alla Cina debba per forza precludere o modificare le relazioni tra Stati Uniti ed altri Stati, anche perché credo che ci siano anche altre potenze che devono modificare il proprio atteggiamento nei confronti della Cina. Credo, quindi, che questo avvicinamento tra Stati Uniti e Cina possa riflettersi in un cambiamento anche nelle relazioni bilaterali tra la Cina e altre potenze










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