Mons. Tomasi all'Onu: la pace, diritto di tutti, rende possibile lo sviluppo umano
“La pace è un diritto di cui ciascuno dovrebbe godere e una condizione che rende possibile
lo sviluppo umano integrale”: lo afferma mons. Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente
della Santa Sede presso l’Onu di Ginevra, intervenuto ieri alla 23.ma sessione del
Consiglio dei Diritti umani, incentrata sul “Diritto alla pace”. “La pace è la condizione
che rende tutti gli altri diritti possibili – sottolinea mons. Tomasi – e la realizzazione
dei diritti fondamentali porta alla vera pace, basata su libertà, giustizia e fraternità”.
Quindi, mons. Tomasi ricorda che “definire la pace come assenza di guerra significherebbe
ridurla ad un valore negativo”, mentre invece “l’altro nome della pace è lo sviluppo”,
che implica la costruzione di scuole, la realizzazione di strutture sanitarie e l’esistenza
di prospettive future per le giovani generazioni. Ribadendo, poi, l’interdipendenza
che oggi vige su tutto il pianeta, l’Osservatore della Santa Sede presso l’Onu di
Ginevra richiama l’importanza della dignità della persona ed evidenzia che “la pace
e la sicurezza di alcuni non possono essere garantiti senza la pace e la sicurezza
di altri”. Di qui, il richiamo forte al fatto che “il nostro mondo non manca di risorse,
ma soffre di ingiustizia”. Ed è per questo – dice ancora mons. Tomasi – che oggi “il
contrario della pace è, più che la guerra, la paura”, divenuta “denominatore comune
tra ricchi e poveri, tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo”. Definendo,
inoltre, la guerra come “fallimento degli umani e dell’umano”, “l’illusione che si
possa difendere o costruire una società sana o migliore infliggendo agli altri sofferenze
indescrivibili”, mons. Tomasi mette in guardia: “Distruggendo l’altro, si distrugge
l’umanità in sé”. Al contrario, solo i valori della pace, in quanto “meno spettacolari,
più pazienti, più rispettosi dell’altro, più modesti”, sono capaci di costruire una
società veramente umana. Infine, il presule esprime apprezzamento per la scelta di
istituire un gruppo di lavoro intergovernativo aperto con l’obiettivo di mettere in
atto la codifica ufficiale del diritto umano alla pace: “Una decisione saggia – conclude
– che speriamo porti i suoi frutti in una dichiarazione efficace e condivisa da tutti”.
(A cura di Isabella Piro)