2013-06-08 15:45:22

L'artigianato delle detenute di Rebibbia: un bell'esempio di reinserimento sociale


'Donne dentro e fuori' è un progetto di reinserimento nella società dedicato alle detenute del carcere romano di Rebibbia. “Un modello prezioso come altri in Italia che va esteso a tutto il territorio”, commenta il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri intervenendo sabato alla presentazione alla Federazione Nazionale della Stampa. Resta il problema grave del sovraffollamento carcerario e di una giustizia che in Italia ha tempi troppo lunghi. Alla presentazione del progetto c’era per noi Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

La situazione delle carceri, ribadisce il ministro della Giustizia, è drammatica ma forniremo tutti i dati necessari. I 20mila detenuti in sovrannumero chiedono risposte, e per noi un obbligo prima di tutto morale ma anche giuridico:

“Stiamo mettendo a punto una strategia che riguarda un po’ tutto: dalla deflazione delle pene a nuove strutture e alla riorganizzazione di quelle che ci sono”.

L’esempio della sezione femminile di Rebibbia che accoglie scuole e attività lavorative, dall’agricoltura all’allevamento, alla sartoria è uno dei pochi gioielli italiani in questo settore, continua il ministro. Occorrono strutture adeguate e attenzione alla tipologia di utenti, certo, ma sono questi i modelli da seguire:

“Nel mio pacchetto c’è anche un’estensione ai massimi livelli del lavoro in carcere: tutto quello che dia la possibilità al detenuto di uscire con una professionalità acquisita, con una cultura acquisita … Abbiamo degli ottimi modelli. Questi modelli noi dobbiamo allargarli a macchia d’olio”.

Tra le mura di Rebibbia, le allieve inscritte al liceo artistico 'Enzo Rossi' sono una cinquantina di cica 30 anni: mettono in gioco la loro voglia di emozionarsi ogni giorno attraverso l'arte. E foulard colorati presentati oggi e in vendita alle “Coop” dalla metà del mese lo dimostrano. “Per noi – dicono le detenute nel filmato spot del progetto – questo lavoro è una boccata di ossigeno”, e lo stesso è per le guardie carcerarie. Abbiamo intervistato uno di loro:

R. – Facendo lavorare le detenute, dando istruzione anche il lavoro nostro si riempie di contenuti e in più le tensioni vengono meno. Vedere una persona che viene messa di nuovo al mondo con una formazione, è tutt’un’altra cosa.

D. – E’ una cosa fattibile?

R. – Molto. Ci vuole l’impegno di tutti.

Ultimo aggiornamento: 10 giugno







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