Il Papa: impariamo da Maria a leggere la vita con la Parola di Dio, a riceverla e
custodirla
Come Maria, impariamo a ricevere e custodire la Parola di Dio. E’ quanto affermato
da Papa Francesco nella Messa alla Casa Santa Marta, nell’odierna memoria del Cuore
Immacolato della Beata Vergine Maria. Il Papa ha sottolineato che Maria leggeva la
vita con la Parola di Dio e questo significa proprio custodire. Alla Messa, ha preso
parte un gruppo di collaboratori di Caritas Internationalis, accompagnati dal
segretario generale, Michel Roy. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Stupore e
custodia: Papa Francesco ha svolto la sua omelia partendo da questo binomio. L’occasione
l’ha offerta il Vangelo odierno, che narra dello stupore dei dottori nel Tempio nell’ascoltare
Gesù e del custodire di Maria, nel suo cuore, la Parola di Dio. Lo stupore, ha osservato
il Papa, “è più della gioia: è un momento nel quale la Parola di Dio viene, è seminata
nel nostro cuore”. Ma, ha avvertito, “non si può vivere sempre nello stupore”, questo
infatti va portato “nella vita con la custodia”. Ed è proprio quello che fa Maria,
di cui si dice che è “meravigliata” e che custodisce la “Parola di Dio”:
“Custodire
la Parola di Dio: cosa vuol dire questo? Io ricevo la Parola e poi prendo una bottiglia,
metto la Parola nella bottiglia e la custodisco? No. Custodire la Parola di Dio vuol
dire che il nostro cuore si apre, si è aperto a quella Parola come la Terra si apre
per ricevere i semi. La Parola di Dio è un seme e viene seminata. E Gesù ci ha detto
che cosa succede con il seme: alcuni cadono lungo il cammino e vengono gli uccelli
e li mangiano; questa Parola non è custodita, questi cuori non sanno riceverla”.
Altri,
ha proseguito, cadono in una terra con tante pietre e il seme muore. E Gesù dice che
costoro “non sanno custodire la Parola di Dio perché non sono costanti: quando viene
una tribolazione si dimenticano”. La Parola di Dio, ha detto ancora, cade in una terra
non preparata, non custodita, dove sono le spine. E cosa sono le spine? Gesù, ha sottolineato,
parla dell’“attaccamento alle ricchezze, i vizi”. Ecco allora che “custodire la Parola
di Dio significa sempre meditare cosa dica a noi questa Parola con quello che succede
nella vita”. E questo “Maria lo faceva”, “meditava e faceva la comparazione”. Questo,
“è un lavoro spirituale grande”:
“Giovanni Paolo II diceva che Maria aveva,
con questo lavoro, una particolare fatica nel suo cuore: aveva il cuore affaticato.
Ma questo non è un affanno, è una fatica, è un lavoro.
Custodire la Parola di Dio si fa con questo lavoro: il lavoro di cercare cosa significhi
questo in questo momento, cosa mi voglia dire il Signore in questo momento, questa
situazione in confronto con la Parola di Dio come si capisce. E’ leggere la vita con
la Parola di Dio e questo significa custodire”.
Ma
anche ricordare. “La memoria – ha detto il Papa – è una custodia della Parola di Dio.
Ci aiuta a custodirla, a ricordare tutto quello che il Signore ha fatto nella mia
vita”. Ci ricorda, ha detto ancora, “tutte le meraviglie della salvezza nel suo popolo
e nel mio cuore. La memoria custodisce la Parola di Dio”. Il Papa ha quindi concluso
l’omelia invitando tutti a pensare “a come custodiamo la Parola di Dio, come conserviamo
questo stupore, perché gli uccelli non la mangino, i vizi non la soffochino”:
“Ci
farà bene domandarci: 'Con le cose che accadono nella vita, io mi faccio la domanda:
cosa mi dice il Signore con la sua Parola, in questo momento?'. Questo si chiama custodire
la Parola di Dio, perché la Parola di Dio è proprio il messaggio che il
Signore ci dà in ogni momento. Custodirla con questo: custodirla con la nostra memoria.
E anche custodirla con la nostra speranza. Chiediamo al Signore la grazia di ricevere
la Parola di Dio e custodirla, e anche la grazia di avere un cuore affaticato in questa
custodia. Così sia”.