A Marsiglia, la conclusione del "Cortile dei Gentili". Il card. Ravasi: esperienza
di grande intensità
La giornata più intensa del "Cortile dei Gentili" di Marsiglia si è chiusa ieri sera,
nella festa del Sacro Cuore, con una Messa solenne e una processione eucaristica presiedute
dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Nel pomeriggio, si era svolto un Convegno filosofico dedicato ai due filosofi francesi,
Camus e Ricoeur. Da Marsiglia, il servizio del nostro inviato Fabio Colagrande:
Il popolo di
Dio sfila cantando per le strade del caotico capoluogo della Provenza. Fedeli dai
tratti europei e magrebini, mescolati, molti con gli abiti colorati delle confraternite,
seguono la croce intonando le litanie del Sacro Cuore. E’ la religione che irrompe
nello spazio pubblico, tra gli sguardi curiosi dei passanti. Succede nella laica Francia,
a Marsiglia, città multietnica, in cerca di riscatto, teatro di questa nuova edizione
del "Cortile dei Gentili". Nella basilica del Sacro Cuore, la Messa è animata da splendidi
canti e partecipata con grande devozione. Il cardinale Ravasi porta i saluti di Papa
Francesco all’assemblea e nell’omelia descrive i quattro raggi irradiati dalla lampada
della parola per illuminarci la via: tenerezza, intimità, amore e gioia. Quella tenerezza,
umiliata oggi dalla brutalità e dal materialismo, che può nascere solo dal cuore.
Nel
pomeriggio, nel centro diocesano "Le Mistral", il "Cortile del Cuore" aveva dato vita
a un altro confronto tra fede e laicità, religione e umanesimo, attraverso un inedito
incontro tra due pensatori francesi coetanei, Camus e Ricoeur. Due autori con cammini
diversi, ma capaci entrambi di sviluppare un pensiero che può dare fondamento a una
resistenza razionale all’arrembante nichilismo. Il cardinale Ravasi ha individuato
in apertura di dibattito le scintille di trascendenza nell’opera, apparentemente disperata,
di Camus. Ma i partecipanti, laici e religiosi, sono andati oltre definendolo esponente
ideale del vero ateismo, profondo, spirituale e preoccupato del futuro dell’uomo.
In fondo, da queste giornate di studi emerge che il legame tra fede e ragione è proprio
nell’inquietudine, che accomunava Camus e Ricoeur. "E’ ciò che mi disse un altro scrittore
francese, Julien Green – ricorda il cardinale Ravasi in chiusura – finché si è inquieti,
si può stare tranquilli”.
Per un primo bilancio dell’evento, il nostro inviato
a Marsiglia, Fabio Colagrande ha intervistato proprio il cardinale Gianfranco
Ravasi:
R. - Ci sono
stati due volti differenti. Da una parte l’aspetto del credente che si è presentato
con una particolare intensità: pensiamo a questa grande celebrazione, questa processione
all’interno di una metropoli moderna così come è Marsiglia. Dall’altra parte, questo
incontro del Cortile dei Gentili di grande intensità, di grande dinamismo intellettuale,
perché riuscire a tenere un orizzonte di persone molto diverse, che ha di fronte due
autori di grande rilievo come Ricoeur e Camus, è certamente un’esperienza di grande
rilievo per il Cortile dei Gentili.
D. - In particolare il confronto su questi
due autori francesi Camus e Ricoeur ha dimostrato che lo stile del Cortile è uno stile
che ormai ha fatto scuola…
R. - E’ curioso vedere che proprio il Cortile dei
Gentili di Marsiglia - che non è stato organizzato in senso stretto da noi, noi abbiamo
dato la nostra consulenza, la nostra presenza - abbia però le caratteristiche che
sono state volute nel momento iniziale di questo momento di dialogo, soprattutto con
l’originalità del riuscire a scegliere per la prima volta due personaggi che, naturalmente,
hanno un legame tra di loro dato esternamente dal fatto che sono nati nello stesso
anno, 100 anni fa, ma legati tra di loro perché si sono interrogati sulle grandi questioni
umane, soprattutto quelle del senso della vita, del bene e del male, del mistero dell’essere
e dell’esistere da angolature completamente diverse. Camus, da una parte, con la sua
domanda che si spegne alla fine nella polvere, forse del silenzio, della storia. Dall’altra
parte, quella di Ricoeur che invece si affaccia sull’orizzonte ulteriore, sull’ultraterreno,
sul trascendente, sul mistero, sulla gloria. Questo è veramente il Cortile dei Gentili:
riuscire a trovare voci diverse che però si interrogano sulle questioni che sono pur
sempre dentro il cuore di tutti gli uomini.
D. - La “laica Francia” si conferma
territorio ideale per i dialoghi del Cortile?
R. - Questa è una cosa abbastanza
impressionante. Io ho trovato veramente grande apertura e sensibilità. E poi soprattutto
l’esperienza è sempre molto affascinante quando, come in un grande porto che in passato
aveva piuttosto l’insegna quasi del crimine, i famosi “marsigliesi”, ci siano ancora
tutti i problemi ma sono i problemi della multi-etnicità e quindi un altro terreno
molto fertile per poter lavorare ai fini di una interculturalità. Ed è per questo
che è stato significativo l’evento, con questi giovani, più di 50 giovani che vengono
da tutte le regioni del Mediterraneo anche in lotta tra di loro, che si sono ritrovati
per stringersi la mano e affermare la possibilità di camminare insieme.