Sud Sudan: due pastori presbiteriani detenuti illegalmente dal 19 maggio
Due pastori della Chiesa presbiteriana sono detenuti dal 19 maggio dalle autorità
del Sud Sudan, che impediscono ogni contatto con i famigliari degli arrestati e con
i loro avvocati. Lo denuncia Amnesty International che teme pure che i due uomini,
il rev. Idris Nalos Kida e il pastore tirocinante David Gayin, possono essere sottoposti
a sevizie e torture. La nota di Amnesty International riporta la testimonianza di
alcuni testimoni secondo i quali il 19 maggio alle 8 di sera la polizia è entrata
con la forza nella casa del rev. Kida, sparando alcuni colpi in aria. Il reverendo
sarebbe stato picchiato e poi arrestato. I poliziotti hanno sequestrato nell’abitazione
telefoni cellulari, computer e documenti. Successivamente alle 22.00 della stessa
giornata, la polizia ha sfondato la porta dell’abitazione del pastorale Gayin traendolo
in arresto. Non si sa in base a quali accuse sono stati arrestati i due pastori né
il luogo dove sono detenuti. La Costituzione provvisoria del Sud Sudan proibisce detenere
una persona oltre le 24 ore senza il permesso di un tribunale. L’arresto e la custodia
in carcere dei due religiosi è quindi del tutto illegale, afferma Amnesty International,
che chiede alle autorità di Juba o di presentare un’accusa formale nei loro confronti
oppure, in caso contrario, di rilasciarli immediatamente. La Chiesa presbiteriana
è la terza comunità religiosa del Sud Sudan. Da tempo le forze di sicurezza del Sud
Sudan sono accusate di arresti arbitrari di giornalisti, attivisti civili e di oppositori
politici. (R.P.)