Cortile dei Gentili a Marsiglia: al centro del confronto l'ateo Camus e il filosofo
Ricoeur
Prosegue a Marsiglia la seconda tappa francese del “Cortile dei Gentili”, la struttura
vaticana dedicata al dialogo con i non credenti gestita dal Pontificio Consiglio della
Cultura. Dopo l’esordio parigino della primavera 2011, il Cortile, per iniziativa
dell’arcidiocesi locale e dell’Istituto cattolico per il Mediterraneo, è sbarcato
in uno dei maggiori porti del Mare nostrum, città nominata quest’anno Capitale
europea della Cultura. Il servizio del nostro inviato, Fabio Colagrande:
I marsigliesi
dai tratti magrebini guardano con curiosità e speranza il grande edificio avveniristico,
frutto della fantasia dell’architetto Rudy Ricciotti, che sorge sul mare accanto al
seicentesco forte Saint Jean, nel porto vecchio della città. Qui oggi si inaugura
il “Mucem”, il primo museo al mondo dedicato alla cultura europea e del Mediterraneo,
inaugurato martedì dal presidente Hollande. Uno dei frutti degli investimenti arrivati
a Marsiglia dall’Unione Europea per questo anno speciale e una delle speranze di rinascita
turistica per una città flagellata da criminalità e disoccupazione. Intanto, nella
Basilica del Sacro Cuore, il nunzio, mons. Luigi Ventura, celebra la solennità omonima
ricordando la consacrazione della città al Sacro Cuore di Gesù durante l’epidemia
di peste del 1720. Due momenti diversi, ma che simboleggiano le speranze e le contraddizioni
di una città multietnica e meticcia che cerca un riscatto spirituale anche in questo
“Cortile del Cuore”, per mostrarsi luogo ideale di incontro e dialogo tra laici e
credenti, sulle sponde del Mediterraneo, ma nel Paese della laïcité.
Le
coordinate del confronto le ha ricordate stamane il card. Gianfranco Ravasi, presidente
del dicastero della cultura, inaugurando al Centro diocesano “Le Mistral”, un incontro
dedicato a un inedito raffronto fra due grandi pensatori francesi nati un secolo fa:
l’ateo Albert Camus e il filosofo dell’ermeneutica Paul Ricoeur. “Il dialogo si deve
svolgere nella chiarezza – ha ricordato il porporato - non deve nascondere, ma piuttosto
sottolineare l’identità specifica di ciascuno dei soggetti; deve infine svolgersi
sull’unico terreno dove ci si può ritrovare, quello dell’umanità comune”. “L’apostolo
Paolo – ha concluso Ravasi – diceva che Gesù Cristo è venuto per ‘abbattere i muri
di separazione’ e fare ‘di due popoli uno solo’, è lo scopo anche di questo Parvis
du Coeur marsigliese, che integra, le ragioni della ragione, con quelle del cuore”.
Alla
figura di Camus, filosofo e scrittore franco-algerino, premio Nobel nel ’57, il card.
Ravasi, aveva dedicato il suo intervento di ieri, nella moderna biblioteca cittadina
de “L’Alcazar”. Ravasi lo ha definito “un ateo tutt’altro che agnostico e impermeabile
alle questioni della fede”. “Spartisco con voi l’orrore per il male ma non spartisco
la vostra speranza” diceva l’autore de “La Peste” di fronte a un uditorio cattolico.
Ma nella sua opera – come ha illustrato Ravasi – si fa strada “la ricerca di una salvezza
intrastorica, costruita sulla rivolta morale, sulla bellezza, sull’amore, che conserva
brividi della trascendenza”. E proprio a partire dall’imperativo della “rivolta” per
ridare dignità alla vita, la psicanalista Julia Kristeva - già ad Assisi con Benedetto
XVI nell’ottobre 2011 – ha sottolineato l’urgenza di “costruire delle passerelle
tra l’umanesimo laico e l’umanesimo cristiano per tornare a forme radicali, perché
intime, basate sulla ricerca interiore, di rivolta”. Dal canto suo, il filosofo Jean-François
Mattei, ha invece deprecato l’odierna distruzione dell’umanesimo, in un’epoca “funestata
dal culto della neutralità che non ammette più la distinzione – cara a Camus – tra
bene e male, e addirittura tra maschile e femminile”. Una conclusione laica che echeggia
però la denuncia della dittatura del relativismo del più recente magistero pontificio.
A conferma delle sorprese a cui può approdare il dialogo intrapreso dal Cortile.
L’odierna
festa del Sacro Cuore assume un significato particolare a Marsiglia dove, ogni anno
in questo giorno, si ripete l’atto di affidamento della città al Sacro Cuore di Gesù
compiuto, per iniziativa delle autorità civili, durante l’epidemia di peste del 1720.
Stamani, in una gremitissima Basilica del Sacro Cuore, la Santa Messa che rievoca
quella consacrazione è stata celebrata dal nunzio apostolico in Francia, l’arcivescovo
Luigi Ventura. Ascoltiamolo al microfono del nostro inviato Fabio Colagrande:
R. - E’ una
celebrazione che si radica nella storia - come sempre - popolare. Una devozione che
ha fatto nascere in Francia la devozione al Sacro Cuore, la prima festa del Sacro
Cuore mondiale, che poi il Papa riceverà. Quindi la Festa del Sacro Cuore è una festa
che viene da una sofferenza, da un momento di pena - la peste del 1720 - ma anche
da una grande fede che si è conservata in questa diocesi di Marsiglia in modo particolare,
con quei caratteri che sono del calore mediterraneo, di una fede che è espansiva sia
per la Festa del Sacro Cuore come anche per la Madonna della Guardia che venerano
con tanta devozione e che attira gente cattolica, cristiana, ma anche al di là del
confine cristiano. Quindi una festa molto sentita che unisce anche le due anime: quella
religiosa - il vescovo - e quella civile. Una volta erano gli assessori, le autorità
pubbliche a venire e adesso è la Camera di Commercio che ha preso il testimone per
consegnare ogni anno questo cero e rinnovare la consacrazione al Cuore di Gesù.
D.
- Quindi anche un’occasione di dialogo e di incontro tra mondo civile e mondo ecclesiale,
in un contesto sociale e politico come quello francese, che si dice spesso caratterizzato
dalla laicità…
R. - Direi di sì. Confermo. Però ogni definizione in Francia
va adattata e va letta nel contesto geografico. Credo che a Marsiglia abbia una lettura
- direi - specifica di collaborazione e di dialogo, un confronto che è costante. Quest’anno,
per le circostanze particolari - l’Anno della Cultura Europea in Marsiglia che è la
città capitale della cultura - la diocesi, le aggregazioni diocesane ma anche le rappresentanze
civili hanno supportato il “Parvis des Gentils”, con il cardinale Ravasi, e che continuerà
ancora in varie espressioni e manifestazioni. Visto poi che si concentrano nei giorni
di questa festa, è stato cambiato il nome a “Parvis des Gentils” ; “parvis” - cioè
il cortile - del cuore, il Cortile del Sacro Cuore, ma anche del cuore umano, dell’incontro
di uomini e di culture.
D. - Forse non è un caso che la Francia, di cui si
parla sempre come di un contesto laico, abbia ospitato già il secondo Cortile dei
Gentili: questo dimostra che c’è volontà di dialogo?
R. - A volte sono alcune
manifestazioni che creano, che suscitano molta attenzione, ma c’è anche tanta iniziativa
nel seno della Chiesa, tanto fervore, tanta intelligenza e - visto che siamo al Sacro
Cuore - anche tanto cuore e tanta generosità.