Letterine e disegni: i ragazzi delle Scuole dei Gesuiti si preparano a incontrare
il Papa
Verranno in nave o in pullman, da tutta l’Italia e dall’Albania, le migliaia di studenti
delle Scuole dei Gesuiti di questi due Paesi, che oggi saranno ricevuti in udienza
da Papa Francesco. Ad affollare l’Aula Paolo VI 9mila persone, fra ragazzi, ex-alunni,
famiglie e personale scolastico assieme a membri dei movimenti giovanili ignaziani
e delle scuole Fe y Alegria, la rete di scuole popolari al fianco degli immigrati.
L’incontro con il primo Papa gesuita della storia sarà preceduto da un momento di
animazione. L’evento è stato presentato ieri mattina presso la nostra emittente. A
seguirlo, Debora Donnini:
Musica, video,
testimonianze di alunni, ex-alunni e docenti, per raccontare come l’educazione dei
Gesuiti abbia cambiato loro la vita. Vedrà tutto questo il momento di animazione
che precederà l’arrivo del Papa in Aula Paolo VI. Saranno presenti Staffan de Mistura,
Luigi Abete e Giovanni Minoli: solo per citare alcune delle persone più note che hanno
studiato nelle Scuole della Compagnia di Gesù. Quando arriverà il Papa, alcuni studenti
leggeranno domande e riflessioni. Sei collegi italiani e uno di Scutari, in Albania,
hanno infatti preparato disegni, lettere e alcuni regali per il Santo Padre e daranno
vita anche a un grande coro di circa 200 persone. Ma cosa significa questo incontro
per i Gesuiti e per gli alunni delle Scuole da loro gestite? Ci risponde padre
Vitangelo Denora, delegato per le scuole della Provincia d’Italia della Compagnia
di Gesù:
R. – Innanzitutto, credo sia una festa, un bell’incontro fra i giovani,
i bambini, i ragazzi e una persona che dimostra di voler loro bene, di essere attenta
a loro. Certamente, per i nostri professori, per il personale e le nostre famiglie,
ci aspettiamo che ci possa rafforzare nella missione che viene compiuta attraverso
una scuola al servizio dei giovani.
D. – I bambini si sono preparati, scrivendo
delle letterine per il Papa, facendo dei disegni. Cosa gli diranno domani?
R.
– Abbiamo raccolto alcuni pensieri tratti dalle diverse scuole. Ci saranno i pensierini
della scuola primaria, quindi dei più piccoli, dai 6 ai 10 anni, che sono anche quelli
più spontanei: “Cosa fai tu tutto il giorno?”. Poi, quelli degli adolescenti, delle
scuole medie, che è un’età in cui spesso i ragazzi non hanno molta fiducia in loro
stessi. E chiedono al Papa: “Ma come si fa a prendersi delle responsabilità nella
vita?”. Hanno il senso dell’amicizia e quindi chiedono: “Ma tu hai amici? Quanti amici
hai?”. I più grandi, quelli del liceo, che questo Papa ha interrogato nella ricerca
della realizzazione della propria vita, si interrogano sui valori veri, su cosa conti,
e chiedono rispetto alla fede come sia stato il suo percorso oppure come pensa il
futuro dei giovani, come pensa di rapportarsi a loro. Sono molto carini. Sono stato
molto toccato ed emozionato nel leggerli, avendoli selezionati.
D. – Qual è
il tratto distintivo delle scuole dei Gesuiti?
R. – Formare uomini e donne
per gli altri, cioè persone che hanno coscienza dei propri talenti e che crescono
nel desiderio di metterli a disposizione degli altri. Come dice Papa Francesco poter
dire a un bambino: non sei fatto per piccole cose, ma sei fatto per grandi cose. Credici
e costruisci su questo la tua vita.