Guatemala: al via la 43.ma assemblea dell’Organizzazione degli Stati americani
La 43.ma assemblea dell’Organizzazione degli Stati americani si è aperta ieri in Guatemala.
Dopo la cerimonia d’inaugurazione, José Miguel Insulza, segretario generale dell’Osa,
ha incontrato il segretario di Stato degli Stati Uniti, John Kerry, passando in rassegna
i principali temi in agenda e puntando l’attenzione sulla “politica globale contro
il problema mondiale della droga nelle Americhe”. Salvatore Sabatino ha intervistato
il collega Luis Badilla:
R. - Con il
presidente Obama, è cambiata un po’ la politica per quanto riguarda i Paesi che in
America Latina sono coinvolti direttamente nella produzione e nel traffico di droga.
Sono soprattutto gli Stati Uniti che subiscono gli effetti di questo traffico. Quindi,
negli ultimi anni, in questa materia, si è stabilita una più intensa ed efficace collaborazione
tra gli Stati Uniti e il resto dell’America Latina.
D. - Altro tema assolutamente
di primo piano è l’integrazione economica e i diversi patti regionali in America Latina…
R.
- Questo è un tema molto importante, perché la valutazione sull’andamento dei patti
bilaterali, multilaterali, per quanto riguarda lo sviluppo economico e la crescita,
va rivista alla luce della crisi economica finanziaria internazionale. Molti di questi
patti purtroppo non si possono portare a compimento come previsto, perché sono cambiate
radicalmente le condizioni dell’economia planetaria. Quindi, occorre rivedere l’insieme
di questi accordi per trovare il modo di mantenere la loro vigenza, però consentendo
il mantenimento dell’impegno affinchè i Paesi possano dedicare risorse alla crescita
interna, senza dover spendere troppo o tutto negli impegni regionali o sub-regionali.
D.
- Alcuni Paesi vogliono inserire discussioni ufficiali su temi molto sensibili, come
aborto e unioni gay. Da questo punto di vista, però, ci sono frizioni interne all’Osa…
R.
- C’è un po’ di agitazione da parte di numerosi Paesi dell’America Latina, direi la
maggioranza, perché nei documenti, che questa assemblea prepara, sono stati inseriti
almeno tre testi ufficiali della commissione interamericana dei diritti umani. Secondo
questi documenti, tra l’altro, l’aborto sarebbe un “diritto umano”, così come le unioni
gay. Quindi, c’è un tentativo da parte di alcuni governi di inserire queste discussioni
all’interno del dibattito dell’assemblea. Già, per esempio, il Guatemala, che è il
Paese dove si realizza questa assemblea, ha dichiarato ufficialmente che non accetterà
neanche che si discuta. Gli altri Paesi hanno detto che se per caso si discute diranno
di no. Il problema fondamentale è questo, per dirlo in poche parole: c’è un tentativo
maldestro di far passare alcune questioni interne dell’Osa come se fossero risoluzioni
che devono avere valore in tutti i Paesi, dimenticando che il patto sul quale è stata
fondata l’Osa a Montevideo, in Uruguay, è un patto che riguarda il rispetto, il rafforzamento,
il consolidamento della democrazia all’interno dell’emisfero e non riguarda nessun
altro tipo di materia.
D. - Volendo fare un bilancio, anche vedendo quali sono
i temi in discussione all’Osa, l’America Latina dove sta andando?
R. - L’America
Latina sicuramente sta subendo tutte le conseguenze della crisi internazionale a livello
finanziario ed economico. Tuttavia, da quanto risulta dalle statistiche delle istituzioni
economiche specializzate, sta reagendo bene per due motivi. Il primo, è che prima
della crisi i livelli di crescita, il famoso pil latinoamericano, era piuttosto alto.
Il secondo motivo che gli consente di reagire piuttosto bene riguarda il fatto che
l’America Latina, con il ritorno delle democrazie, con l’applicazione di un modello
economico più moderno, ha diversificato moltissimo le sue esportazioni. Non è più
dipendente solo dagli Stati Uniti o dall’Europa, ha creato mercati anche in Asia e
in Africa. C’è da aggiungere un ultimo elemento che nella discussione è molto importante,
che è forse la cosa più delicata per l’America Latina, e riguarda l’iniquità sociale:
è il continente al mondo dove c’è la più alta iniquità sociale. Quindi, il problema
fondamentale in America Latina, in parte, è la crescita, lo sviluppo, ma soprattutto
è la distribuzione della ricchezza o, come si dice adesso, il come governare la ricchezza.