Gb, nozze gay: anglicani difendono famiglia tradizionale. Sostegno dai cattolici
I matrimoni gay accendono il dibattito civile e religioso in molti Paesi. In Europa,
dopo la Francia anche la Gran Bretagna si avvia con ogni probabilità al riconoscimento
delle nozze omosessuali, dopo il via liberà della Camera di Lord. Vibrata la protesta
del primate anglicano, Justin Welby, in difesa del matrimonio tradizionale. Il servizio
di Roberta Gisotti:
Sono 9 i Paesi
europei che hanno detto sì ai matrimoni gay. E in nessuno di questi 9 Paesi la legalizzazione
è passata attraverso una consultazione referendaria, espressione di un consenso popolare
su una questione tanto complessa, sulla quale hanno legiferato – senza interpellare
i cittadini – le lobby parlamentari in un terzo dei Paesi dell’Ue. Se usciamo
fuori dai confini europei, negli Stati Uniti contrariamente a quanto si creda, solo
12 Stati su 50, oltre alla città di Washington, riconoscono le nozze gay. Nel resto
del mondo le persone omosessuali possono sposarsi solo in Canada, Nuova Zelanda, Sud
Africa, Argentina, Uruguay e a Città del Messico. Riassumendo: in tutto il pianeta
sono 14 Paesi, una piccola minoranza di Stati Usa, e due città.
Ma l’idea che
passano i media è che il matrimonio gay sia una realtà ineluttabile, in grande crescita,
da accettare quale segno di progresso e civiltà di una società evoluta nei costumi
e nella morale. Ma sono in molti – si è visto di recente in Francia – a voler contrastare,
anche se mancano luoghi e occasioni per interferire con le lobby parlamentari,
quella che ritengono una deriva rischiosa dell’istituto familiare. “Noi pensiamo –
ha sostenuto il primate anglicano Welby – che il matrimonio tradizionale sia una pietra
angolare della società”, che viene invece “ridefinito e ricreato” con la nuova legge
sui matrimoni gay creando “confusione” e indebolendo “la famiglia, nella sua definizione
normale, che precede lo Stato ed è la base della nostra società”. E un incoraggiamento
al rappresentante anglicano è giunto da mons.Mark Langham, del Pontificio
Consiglio per l’Unità dei Cristiani, in vista del suo incontro con il Papa il prossimo
14 giugno:
“Noi siamo molti grati all’arcivescovo Welby, perché in parlamento
ha parlato in toni decisi per difendere la famiglia e il matrimonio tradizionale,
i valori cristiani della società. E io so che i vescovi cattolici d’Inghilterra e
Galles sono molto vicini a lui e lo sostengono molto”.