Allarme Onu: armi chimiche usate in Siria ma gli Usa attendono nuove prove
In Siria, l’Onu ha denunciato i crimini di guerra e contro l’umanità nel Paese, ma
anche l’impiego di armi chimiche: un punto sul quale gli Stati Uniti si mostrano prudenti,
mentre la Francia sostiene sia stato usato il gas sarin. Intanto, si aggrava la situazione
umanitaria, mentre sul terreno l’esercito siriano ha annunciato la conquista della
regione di Qusàyr. Il servizio di Marina Calculli:
La tv di stato
siriana ha annunciato che l’esercito ha preso il controllo totale della regione attorno
a Qusayr, dopo tre settimane di assedio. L’opposizione denuncia che circa 1000 feriti,
400 dei quali gravi, sono bloccati nella città e chiede al Libano di aprire un corridoio
umanitario. Intanto un nuovo rapporto dell’Onu denuncia ancora una volta le gravi
violazioni dei diritti umani, compiute da entrambe le parti. La Francia, dal suo canto,
punta il dito contro il regime. Parigi non ha dubbi: le forze filo-governative hanno
usato gas sarin contro i civili. Ma Washington frena: ci vogliono prove più precise.
In vista del Ginevra 2, la Russia sembra invece voler calmare le acque: per ora Mosca
non ha in programma di inviare S-300 in Siria. Ma Putin ironizza sulla conferenza:
“Ho paura per i miei diplomatici che si dovranno sedere al tavolo con questi ribelli
cannibali”. Il riferimento è ovviamente all’uomo che poche settimane fa ha mangiato
il cuore di un soldato ucciso. In Libano invece i contraccolpi del conflitto siriano
continuano a scuotere Tripoli. Ieri altre due persone sono morte nella guerra tra
i sostenitori di Asad e sostenitori della resistenza.
E oggi a Ginevra è prevista
una riunione tra rappresentanti di Russia, Stati Uniti e Onu, per discutere la preparazione
della conferenza di pace internazionale sulla Siria. Intanto – come abbiamo sentito
– la comunità internazionale si interroga sull’uso delle armi chimiche. In proposito
Benedetta Capelli ha intervistato Maria Grazia Enardu, docente di Storia
delle Relazioni Internazionali presso l'Università di Firenze:
R. – Le armi
chimiche sicuramente godono di un effetto annuncio e inoltre, probabilmente, potrebbero
essere usate da singoli comandanti locali che possono interpretare largamente ordini
oppure semplicemente ignorarli. C’è molto disordine in Siria, anche riguardo il fronte
governativo. Quindi è indubbio che questo caos militare sia per quanto riguarda le
armi, sia per quanto riguarda l’intervento di forze esterne, l’afflusso di volontari,
l’intervento di Hezbollah che arriva dal Libano, etc., rischiano o di vanificare o
di rendere puramente accademica la conferenza che americani e russi volevano convocare
per parlare del futuro della Siria. Si rischia di occuparsi di questioni militari
importanti ma limitate e ignorare invece il problema di fondo che è politico.
D.
– Oggi a Ginevra c’è proprio un incontro preparatorio in vista di Ginevra 2 ma ieri
ad esempio il presidente russo Putin ha ironizzato molto su questo summit. Ginevra
2 potrà essere risolutorio oppure una riunione interlocutoria?
R. – Nulla riguardo
alla Siria può essere risolutorio però alla conferenza internazionale si può solo
vedere se gli interlocutori principali che in questo caso sono alcuni governi principali
o anche il governo russo intendono procedere seriamente oppure se si tratta solo di
una finzione diplomatica.
D. – Intanto la situazione sul terreno è drammatica,
in particolar modo la situazione umanitaria e Qusayr secondo le ultime notizie è stata
riconquistata da Damasco. Di fronte a quanto sta accadendo vediamo questa impasse
della comunità internazionale ma cosa servirebbe per riuscire davvero a cambiare le
sorti di questo conflitto?
R. –La Siria è molto complicata, lo era quando
ha cominciato la rivolta contro Assad, figuriamoci ora che intervengono forze dall’estero.
Sono estremamente preoccupata dall’intervento di Hezbollah sia perché è una forza
straniera, sia perché rischia di esportare il disordine siriano in casa propria cioè
in Libano. E’ chiaro che tutte queste forze, i volontari, le organizzazioni che partecipano
vorranno portare un risultato di vittoria a casa. Indipendentemente dalle fazioni
originariamente siriane che già si battono sul terreno. Questo può solo aumentare
il caos,non c’è nulla di risolutivo.