Unione internazionale Superiore generali: gli orientamenti per la missione
“Come Religiose chiamate al servizio dell’autorità, desideriamo vivere: come Gesù
di Nazareth, il Servo sofferente, che ha lavato i piedi dei suoi discepoli, insegnandoci
che il vero significato dell’autorità è il servizio e che ci ha dato l‘esempio di
un amore che si dona fino alle ultime conseguenze”. Questo è il primo punto degli
“Orientamenti per la missione 2013-2016”, frutto del lavoro della Plenaria 2013 dell’Uisg
(Unione Internazionale Superiore Generali). Ancora le superiori vogliono vivere “come
servizio alla vita che ci chiede di ascoltare con il cuore la realtà, in noi stesse,
nella nostra Congregazione, nel mondo e in tutto il creato e di vivere questo in uno
spirito di costante discernimento, attente alla storia e in comunione con la Chiesa”,
ma anche “spezzando le Scritture per comprendere il vero servizio dell’autorità, promuovendo
una vita di profonda preghiera e contemplazione e servendo gli altri”. Ancora “riconoscendo
l‘autorità suprema di Dio”, “riconoscendo e accettando la forza della nostra debolezza,
della nostra fragilità e vulnerabilità, e la necessità di promuovere 'comunità adulte’
e costruendo relazioni di qualità che generano la comunione basata sull‘amore Trinitario
attraverso il rispetto reciproco, la partecipazione e il dialogo e condividendo la
leadership con gli altri”. Le Superiore vogliono poi vivere alla “ricerca del bene”
nelle persone e negli eventi e seguire “un percorso libero dagli abusi di potere e
aperto al potere che accende e rilascia energia al servizio del Vangelo”. Ed anche
vivere come “compagne di grazia”, “leader che generano, che condividono visioni, che
suscitano nuove energie, aprono orizzonti, offrono sfide e sono capaci di rischiare
coraggiosamente come i fondatori e le fondatrici delle nostre congregazioni, rinnovando
così i nostri carismi in questo tempo di nuovi inizi”. C’è inoltre l’opzione per “l’autorità
di coloro che soffrono” , con la “mistica degli occhi aperti”. Le Superiore si propongono
ancora tre obiettivi. Il primo è “vivere la nostra fecondità per generare una nuova
vita e nuove direzioni, sviluppando le qualità personali per la missione, affrontando
la sfida della interculturalità e preparando i futuri leader”. Il secondo “creare
spazi di solidarietà globale e di lavoro di rete, con donne e uomini, religiosi e
laici, in una collaborazione paritaria, unendo le voci a favore della giustizia e
di coloro che soffrono”. Il terzo: “Come Maria, coraggiosa donna di fede, che ha saputo
dare la vita, alimentare la vita in ogni situazione e lasciarla andare al momento
giusto, per accettare e realizzare il sogno di Dio nel nostro tempo”. (R.P.)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 155