Grecia: ad Atene il Patriarca ortodosso russo Kirill incontra l’arcivescovo Ieronymos
I fedeli ortodossi sono chiamati a essere sale della terra, luce del mondo, lievito
per l’intera umanità. Oggi «i popoli di molti Paesi con un’antica storia cristiana
sono di fronte a un’impegnativa scelta di civiltà, tra costruire la propria vita con
Dio o senza Dio, accettare l’assenza di restrizioni morali come norma o essere guidati
dalla responsabilità, data da Dio, per le nostre parole e azioni, per le leggi da
adottare, per la vita in generale». Lo ha detto il Patriarca di Mosca, Kirill, durante
la divina liturgia celebrata assieme all’arcivescovo di Atene, Ieronymos, nella chiesa
del santo martire e taumaturgo Panteleimon, uno dei momenti centrali della visita
che il primate della Chiesa ortodossa russa sta effettuando in Grecia. Il viaggio
- riferisce L'Osservatore Romano - coincide con un periodo di grave crisi economica
nel Paese. Kirill lo ha ricordato nel suo discorso sottolineando il servizio sociale
prestato dalla Chiesa ortodossa ellenica, la quale, «di fronte alle difficoltà di
molte persone, ha dato loro il suo aiuto misericordioso. La sofferenza dei fratelli
greci è risuonata nei nostri cuori e, nonostante il fatto che molti dei nostri parrocchiani
non siano ricchi, hanno offerto il loro modesto contributo per dare sollievo alle
necessità di misericordia della Chiesa di Grecia». Il Patriarca di Mosca ha inoltre
ribadito che entrambe le Chiese, al di là delle differenze nella lingua, nei particolari
e nei riti, «sono unite da qualcosa di più grande, qualcosa di più importante: l’amore
di Dio, la vita conforme alla fede, la comune prospettiva di eternità, che ci danno
forza nella nostra lotta spirituale e che guida le nostre attività». E sabato, nel
palazzo arcivescovile, si è detto convinto che la Chiesa ortodossa ellenica «saprà
affrontare i problemi che le si porranno innanzi», affidandola alle preghiere e ai
pensieri della Chiesa russa. Ieronymos, dal canto suo, ha detto che la Chiesa esiste
per unire le persone, «perché tutti siano una sola cosa». Nonostante la separazione
da un punto di vista amministrativo, «gli ortodossi continuano a condividere una fede
comune, lo stesso legame di pace e di amore con Cristo». Sabato, nella chiesa del
santo martire Dionigi l’Areopagita, l’arcivescovo di Atene aveva definito la visita
di Kirill «una forte testimonianza della nostra unità in Cristo e del fatto che le
nostre Chiese si muovono sul medesimo percorso». Kirill ha già visitato anche la chiesa
in costruzione del tempio della Madre di Dio di Sumela (per la comunità di lingua
russa di Atene) alla quale ha donato una particella delle reliquie di san Serafino
di Sarov. (R.P.)