2013-06-03 12:38:56

Messico. Uccise due migranti che avevano denunciato le estorsioni, Chiesa chiede protezione


L'uccisione di due donne immigrate honduregne avvenuta il 30 maggio nel Chiapas, nel sud del Messico, è stata una vendetta da parte di una banda dedita all’estorsione dei migranti privi di documenti che le due vittime avevano appena denunciato. Lo ha rivelato, il vescovo di San Cristóbal de Las Casas, mons. Felipe Arizmendi Esquivel. Dopo la Messa della domenica, mons. Arizmendi ha voluto rivolgersi alla stampa perché considera "un imbarazzo a livello internazionale" il fatto che il Messico "non fornisca una maggiore protezione a coloro che viaggiano" lungo il territorio messicano. “Nei loro Paesi di origine, in particolare in El Salvador, Honduras e Nicaragua, queste persone non trovando il modo di migliorare le loro condizioni economiche, anche perché subiscono la violenza delle maras (bande), anche se sanno i pericoli a cui sono esposti, cercano di attraversare il Messico diretti negli Stati Uniti”, ha affermato il vescovo. Nella nota inviata a Fides, mons. Arizmendi ha ricordato che la Chiesa, in innumerevoli occasioni, ha denunciato la situazione degli immigrati nella zona di Palenque, nello Stato del Chiapas, che "vengono assaliti da bande criminali che estorcono loro denaro, picchiandoli a sangue e, nei casi peggiori, li uccidono". Purtroppo, ha aggiunto il vescovo, i fatti di questi giorni dimostrano che "ancora non si sono adottate le misure necessarie per prevenire i reati o almeno ridurli". La Chiesa cattolica, diverse volte, ha suggerito ai militari d’accompagnare il treno per proteggere gli immigrati. “Nel caso di Suleida Raudales Flores e Cynthia Carolina Cruz Bonilla, assassinate il 30 maggio, avevano denunciato due giorni prima, l'estorsione della quale erano state vittime. In qualche modo la banda criminale è stata informata, le hanno identificate, hanno fermato il treno, e poi le hanno giustiziate a sangue freddo", ha detto il vescovo. (R.P.)







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