La rivoluzione ancristiana in Europa. Introvigne: l'area più delicata è l'obiezione
di coscienza
Sta suscitando un ampio dibattito l’articolo dello storico ed editorialista Ernesto
Galli della Loggia, pubblicato domenica sul Corriere della Sera, che parla di una
rivoluzione che sta investendo l’Europa e che riguarda la mentalità e i costumi: una
rivoluzione antireligiosa - si afferma - che in Europa per ragioni storiche è essenzialmente
anticristiana. “Abbiamo contato in Europa 41 leggi suscettibili di influire negativamente
sulla libertà religiosa dei cristiani in 15 Paesi, tra cui fortunatamente non c’è
l’Italia”, ha osservato di recente Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio
della Libertà religiosa istituito dal Ministero degli Esteri. Debora Donnini
lo ha intervistato proprio a partire dalla questione dell’obiezione di coscienza:
R. – L’area
più delicata riguarda l’obiezione di coscienza che in quasi tutti i Paesi è riconosciuta
ai medici nei confronti dell’aborto - ancorché vediamo proprio in Italia, in queste
settimane, una campagna per limitarla - ma in genere è riconosciuta in modo molto
modesto ai farmacisti nei confronti delle pillole anticoncezionali e anche delle pillole
abortive. La questione delle pillole abortive e dei farmacisti si pone in molti Paesi
europei più in generale all’interno di un clima, documentato da varie indagini, che
dall’Europa si sta estendendo agli Stati Uniti e al Canada e che tende a mettere in
discussione il principio stesso dell’obiezione di coscienza per motivi religiosi.
D.
– Un altro fronte è quello della celebrazione dei cosiddetti matrimoni tra persone
dello stesso sesso. “In Francia – ricorda Galli della Loggia – in base alla legislazione
vigente è di fatto impossibile per i cristiani sostenere pubblicamente che le relazioni
sessuali tra persone dello stesso sesso costituiscono secondo la loro religione un
peccato”…
R. – Ci sono due tipi di legislazione da prendere in considerazione,
dal punto di vista della libertà religiosa. A proposito delle unioni civili c’è stato
purtroppo un caso, che si è concluso negativamente dal punto di vista della libertà
religiosa anche presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, che riguarda una funzionaria
di stato civile che in Gran Bretagna in ragione delle sue convinzioni cristiane si
è rifiutata di celebrare un’unione civile tra due persone omosessuali. Il suo licenziamento
è stato considerato “giustificato” dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, la quale
ha scritto che il diritto delle persone omosessuali a vedere riconosciuta la loro
unione prevale sul diritto di libertà religiosa. Il caso è in appello. Anche in Italia
purtroppo le proposte di legge depositate già in questa nuova legislatura sulle unioni
civili in alcuni casi escludono esplicitamente la possibilità dell’obiezione di coscienza,
prevedendo anzi gravi sanzioni per gli ufficiali dei comuni che avessero a rifiutare
di prestare il loro concorso alla celebrazione e alla registrazione di queste unioni
civili. La seconda area evocata da Galli della Loggia è quella delle leggi sull’omofobia,
norme che naturalmente sono giustificate quando si tratti di proteggere le persone
omosessuali da aggressioni o da violenze ma che in diversi Paesi europei – non solo
in Francia – sono utilizzate per multare persone per reati di opinione, cioè per avere
affermato, per esempio, che il comportamento omosessuale è oggettivamente disordinato.
D.
– Galli della Loggia parla di consapevolezza che in Europa la libertà religiosa ha
rappresentato storicamente l’origine (e la condizione) di tutte le libertà civili
e politiche. Dal cristianesimo sono nati per esempio gli ospedali, le banche, perché
anche i poveri potessero migliorare la loro condizione... E’ preoccupante che l’Europa
stia rifiutando la sua matrice?
R. – Molte volte l’intolleranza e la discriminazione,
in questo caso contro i cristiani, si fondano sull’ignoranza e sulla falsificazione
della storia. I diritti delle donne sono un’invenzione del cristianesimo: non c’erano
nel mondo antico. Le donne erano totalmente soggette prima ai padri, poi ai mariti,
in alcuni tempi storici e culture con un diritto di vita e di morte. I diritti delle
donne, come quelli dei bambini con il divieto dell’aborto e dell’infanticidio, si
affermano in Europa con l’avvento del cristianesimo, così come quella della cura dei
malati, così come quella che poi fiorisce in tante istituzioni, dall’economia attorno
ai monasteri fino alla nascita della banca nel Medioevo, che permette a tutti senza
distinzione di vedere il loro denaro custodito e di potere partecipare all’attività
economica. Senza fare paragoni spiacevoli, tanti sociologi della storia – penso a
Rodney Stark – ci hanno mostrato come in altre aree dove il cristianesimo non è passato,
queste istituzioni abbiano fatto molta più fatica ad affermarsi e siano arrivate molto
più tardi. Quindi, i diritti della persona, che piaccia o no, sono un portato del
cristianesimo.