Il Papa: i corrotti fanno tanto male alla Chiesa, i santi sono luce per tutti
Peccatori, corrotti e santi. Papa Francesco ha incentrato su questo trinomio la sua
omelia per la Messa nella Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che i corrotti
fanno tanto male alla Chiesa perché sono adoratori di se stessi; i santi invece fanno
tanto bene, sono luce nella Chiesa. Alla Messa – concelebrata con il cardinale Angelo
Amato – ha preso parte un gruppo di sacerdoti e collaboratori della Congregazione
delle Cause dei Santi e un gruppo di Gentiluomini di Sua Santità. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Cosa succede
quando vogliamo diventare noi i padroni della vigna? Papa Francesco ha sviluppato
la sua omelia partendo dal Vangelo odierno sulla parabola dei vignaioli malvagi per
soffermarsi sui “tre modelli di cristiani nella Chiesa: i peccatori, i corrotti e
i santi”. Il Papa ha osservato che dei peccatori “non è necessario parlare troppo,
perché tutti noi lo siamo”. Ci conosciamo “da dentro – ha proseguito – e sappiamo
cosa è un peccatore. E se qualcuno di noi non si sente così, vada a farsi una visita
dal medico spirituale”, perché “qualcosa non va”. La parabola, però, ci parla di un’altra
figura, di quelli che vogliono “impadronirsi della vigna e hanno perso il rapporto
con il Padrone della vigna”. Un Padrone che “ci ha chiamato con amore, ci custodisce,
ma poi ci dà la libertà”. Queste persone “si son sentite forti, si sono sentite autonome
da Dio”:
“Questi, pian pianino, sono scivolati su quella autonomia, l’autonomia
nel rapporto con Dio: ‘Noi non abbiamo bisogno di quel Padrone, che non venga a disturbarci!’.
E noi andiamo avanti con questo. Questi sono i corrotti! Quelli che erano peccatori
come tutti noi, ma hanno fatto un passo avanti, come se fossero proprio consolidati
nel peccato: non hanno bisogno di Dio! Ma questo sembra, perché nel loro codice genetico
c’è questo rapporto con Dio. E come questo non possono negarlo, fanno un dio speciale:
loro stessi sono dio. Sono i corrotti”.
Questo, ha aggiunto, “è un pericolo
anche per noi”. Nelle “comunità cristiane”, ha detto ancora, i corrotti pensano solo
al proprio gruppo: “Buono, buono. E’ di noi” - pensano - ma, in realtà, "sono loro
per se stessi”:
“Giuda ha incominciato: da peccatore avaro è finito nella
corruzione. E’ una strada pericolosa la strada dell’autonomia: i corrotti sono grandi
smemorati, hanno dimenticato questo amore, con il quale il Signore ha fatto la vigna,
ha fatto loro! Hanno tagliato il rapporto con questo amore! E loro diventano adoratori
di se stessi. Quanto male fanno i corrotti nelle comunità cristiane! Che il Signore
ci liberi dallo scivolare su questa strada della corruzione”.
Il Papa ha
così parlato dei santi, ricordando che oggi è il cinquantesimo della morte di Papa
Giovanni XXIII, “modello di santità”. Nel Vangelo di oggi, ha soggiunto, i santi sono
quelli che “vanno a prendere l’affitto” della vigna. “Loro sanno cosa li aspetta,
ma devono farlo e fanno il loro dovere”:
“I santi, quelli che obbediscono
al Signore, quelli che adorano il Signore, quelli che non hanno perso la memoria dell’amore,
con il quale il Signore ha fatto la vigna. I santi nella Chiesa. E così come i corrotti
fanno tanto male alla Chiesa, i santi fanno tanto bene. Dei corrotti, l’apostolo Giovanni
dice che sono l’anticristo, che sono in mezzo a noi, ma non sono di noi. Dei santi
la Parola di Dio ci parla come di luce, ‘quelli che saranno davanti al trono di Dio,
in adorazione’. Chiediamo oggi al Signore la grazia di sentirci peccatori, ma davvero
peccatori, non peccatori così diffusi (generici ndr), ma peccatori
per questo, questo e questo, concreti, con la concretezza del peccato. La grazia di
non diventare corrotti: peccatori sì, corrotti no! E la grazia di andare sulla strada
della santità. Così sia”.