Governo italiano pronto a varare piano per incentivare occupazione giovanile
In Italia occorrono maggiori sforzi per incentivare la trasformazione dei contratti
a tempo determinato in posti di lavoro fisso''. Lo afferma l'Ilo, l'Organizzazione
Internazionale del lavoro, che invoca alternative alla cosiddetta "staffetta intergenerazionale".
Intanto il governo italiano si dice pronto a varare il "piano shock" per l’economia
a partire dalla detassazione per le imprese che assumono giovani disoccupati. "Bene,
– spiega la leader Cgil, Camusso – ma gli incentivi riguardino solo i contratti stabili."
“Dalle frasi spot si passi ai fatti”, chiede Liliana Ocmin, segretario confederale
della Cisl al microfono di Paolo Ondarza:
R. - Le esenzioni
fiscali possono essere uno strumento: più volte noi abbiamo effettivamente chiesto
uno shock fiscale. Ovviamente poi devono essere accompagnate dagli investimenti, dalle
innovazioni e dalla ricerca. Si deve anche trovare una sostenibilità, perché noi non
possiamo oggi pensare di poter elargire fondi, senza avere una copertura economica.
Io penso che l’unico modo per creare occupazione sia fare sul serio un piano di intervento,
di rilancio, di politiche industriali ed energetiche, uscendo dalle logiche di contrapposizione,
che non portano da nessuna parte. Noi sicuramente evidenzieremo la necessità di poter
utilizzare lo strumento della “staffetta intergenerazionale” tra i giovani e gli anziani,
ma è anche necessario continuare a rinforzare e ampliare il credito di imposta. Sicuramente
un tema che non possiamo assolutamente trascurare è quello legato alla conversione
dei contratti non standard a contratti a tempo indeterminato, soprattutto per quelle
fasce di età in cui i giovani hanno bisogno di costruirsi una vita familiare. Noi
pensiamo che sia anche importante continuare a promuovere lo strumento dell’apprendistato,
ma dobbiamo farlo celermente perché i giovani non credo abbiano bisogno di risposte
solo per il loro futuro, ma per il loro presente: c’è una generazione che oggi attende
risposte e le attende da parecchio tempo.
D. - Due milioni e mezzo di giovani
che non lavorano e che non studiano…
R. - Sì, è scandaloso! E credo che questo
dato non solo ci porti indietro negli anni, ma che condizioni irreversibilmente il
futuro e il presente di una generazione intera. Per quanto riguarda poi in particolare
il Sud, dove i giovani spesso vivono in un contesto di grandissima difficoltà, ovviamente
si rischia di andare ad allargare le file della malavita organizzata. Non credo che
sia poi da sottovalutare neanche il numero dei giovani che rappresentano i “cervelli”
e vanno all’estero: questa è una grande difficoltà! Noi siamo un Paese anomalo: importiamo
"manovalanza" immigrata ed "esportiamo i cervelli" e i talenti.
D. - E’ colpa
di un mancato investimento, come ha sottolineato recentemente anche il capo dello
Stato Napolitano, a proposito della "fuga dei cervelli", ovvero: “investiamo per la
formazione di questi giovani e poi lasciamo che vadano altrove”…
R. - E’ Pil
"regalato" agli altri Paesi, indubbiamente! E questo perché diamo via i nostri talenti,
li regaliamo e poi soprattutto i più bravi… Voglio dire che un Paese che non investe
nella cultura, che ha le difficoltà che ha, non può uscirne se non investe concretamente,
se non dà opportunità occupazionali, affinché questi talenti possano rientrare. Credo
che riguardo a questo sia necessario anche fare una riflessione sulla mancata meritocrazia,
sul mancato riconoscimento valoriale delle capacità e delle opportunità, che questi
giovani non trovano nel proprio Paese. Questo ovviamente condiziona in modo irreversibile
il futuro di tutto il Paese.