Cultura e paesaggio: occasioni di crescita per l'Italia, ma mancano coordinamento
e capacità di comunicare
Il patrimonio culturale e ambientale dell’Italia potrebbe essere un’occasione di crescita
ma a frenarne il rilancio è l’assenza di un coordinamento tra le varie realtà territoriali.
E’ la denuncia del libro bianco “Turismo, una rinascita competitiva: la visione delle
imprese” presentato a Roma in occasione del ventennale di Federturismo Confindustria.
Elisa Sartarelli ha sentito il presidente Renzo Iorio:
R. – Rimane
forte il tema sul nostro versante, sul versante delle aziende, che si devono oggi
confrontare con un mercato che è, appunto, un mercato globale, soprattutto in un Paese
come l’Italia, che dipende per oltre il 50 per cento da turisti stranieri, e dove
la dimensione troppo piccola e troppo frammentata del nostro tessuto industriale rende
molto difficile alle imprese essere competitive.
D. – Quali sono i fattori
che frenano la competitività e l’interesse verso i nostri territori?
R. – Essenzialmente
è la frammentazione della governance e della capacità di comunicare queste destinazioni
su mercati che sono globali. Quindi comunicare il piccolo territorio non è efficace,
soprattutto non ha senso rispetto ad un mercato, che è fatto da turisti cinesi, russi,
sudamericani.
D. – Siamo in un periodo di forte crisi, ma forse proprio il
turismo, in un territorio come il nostro, può contribuire alla ripresa...
R.
– Ne sono assolutamente convinto. Credo che il turismo sia uno dei pochi settori maturi
in Italia, che è ancora in grado di esprimere forti opportunità di creazione di valore,
di creazione di posti di lavoro. In particolare, poi, è un settore estremamente sinergico
con l’immagine dell’Italia sui mercati internazionali. E’, quindi, da un lato un traino
fenomenale per prodotti italiani, che vengono consumati da clientela estera e quindi
per esportazione e, dall’altro lato, beneficia anche dell’immagine che l’Italia ha
attraverso i suoi prodotti d’eccellenza, per essere una destinazione.
D. –
Il turismo in Italia non è solo quello delle città d’arte o delle grandi isole: ci
sono piccoli borghi e paesini sparsi in tutto il territorio, ma spesso non sono abbastanza
curati e valorizzati...
R. - Sì, direi che l’Italia ha il vantaggio di essere
un museo diffuso e quindi, in qualche modo, è lì il vantaggio della competitività
rispetto ad altri Paesi, che sono più concentrati. Credo che la capacità di raccontare
il Paese su Internet sia una chiave fondamentale, proprio per riuscire a raggiungere
questi mercati.