India. Vescovo dell’Orissa: unità fra i cristiani, per promuovere pace e giustizia
La Chiesa in Orissa intende promuovere un approccio "inclusivo" per la promozione
"della pace e della giustizia", che possa essere di beneficio non solo a livello locale,
ma per tutta la Chiesa universale. È quanto ha sottolineato mons. Thomas Thiruthalil,
vescovo di Balasore e presidente della Conferenza episcopale dell'Orissa, analizzando
la realtà di una comunità che porta ancora i segni dei pogrom anti-cristiani del 2008.
E per raggiungere l'obiettivo, aggiunge il prelato nel suo intervento, è necessario
operare in modo "unito" perché in molti casi le altre denominazioni (cristiane) seguono
"la leadership e i dettami" indicati dai cattolici. Mons. Thiruthalil parla del bisogno
assoluto di "identità" che deve caratterizzare la Chiesa in Orissa, una terra - come
tutta l'India - dalla "profonda religiosità" e dalle "ricche tradizioni". Egli - riferisce
l'agenzia AsiaNews - invita prima di tutto a guardare al benessere dei cittadini,
nessuno escluso, con una particolare attenzione "alle questioni riguardanti i Dalit
e le popolazioni tribali", spesso ai margini della società. Tra i problemi più urgenti
e irrisolti vi sono la povertà, la confisca arbitraria dei terreni, la migrazione
e la disoccupazione. Per questo, aggiunge il prelato, è ancora più importante rafforzare
"nei prossimi anni" la presenza e l'opera della Chiesa in un contesto povero ed emarginato.
E non nasconde il proprio ottimismo, pur se rimangono ferite aperte - le persecuzioni
del 2007 e 2008 - che devono ancora essere rimarginate. La storia della Chiesa mostra
che, conclude mons. Thomas Thiruthalil, i problemi e le difficoltà "hanno sempre rafforzato
la nostra fede". Per questo è necessario "perseverare" anche in mezzo a pressioni
e difficoltà, affidandoci sempre a Dio nei tempi di crisi. "Ma resta ancora un lungo
cammino da compiere - conclude il presule - per rendere sempre più attuale la Chiesa
come unione di comunità diverse". (R.P.)