2013-05-31 14:26:42

Accademia dei Lincei, giornata di studio sulla “Società dell’invecchiamento”


In Italia, gli over 65 sono il 30% della popolazione. Nel 2030, ci saranno, ogni quattro adulti, tre persone bisognose di cure. Al tema dell’invecchiamento è stata dedicata a Roma una giornata di studi, organizzata dall’Accademia dei Lincei insieme con l’Ocse e il Ministero dell’istruzione. Tra i vari temi al centro della riflessione, gli aspetti economici. Ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il presidente della Fondazione Economia dell’Università di Tor Vergata di Roma, Luigi Paganetto:RealAudioMP3

R. - L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno di lungo periodo, che crea delle differenze intanto nel modo di determinare la spesa pubblica, ma anche la produttiva dell’economia.

D. - Qual è l’aspetto positivo di una società che cambia, che invecchia?

R. - Io direi che c’è un aspetto positivo, perché in effetti si tende sempre a sottolineare le difficoltà: credo che il contenuto di conoscenza che nasce dalla consolidata competenza che si realizza da parte di chi è già sul mondo del lavoro, è un patrimonio che dovrebbe essere valorizzato. Noi abbiamo due effetti negativi, che in questo momento si sommano: il mondo del lavoro offre poco ai giovani - lo sappiamo, abbiamo addirittura un 31% dei giovani che non sono nel mondo del lavoro - e allo stesso tempo abbiamo degli anziani di cui non viene valorizzata la competenza. Ora, non è detto che la cosiddetta staffetta intragenerazionale o generazionale sia la soluzione, ma non c’è dubbio che bisogna valorizzare le competenze degli anziani. Il mondo dei giovani e il mondo degli anziani devono trovare la maniera di collegarsi attraverso forme opportune, che si realizzino nel mondo del lavoro, non fuori dal mondo del lavoro, perché questo significa trasmettere competenze e capacità che, per noi, sono decisive per il futuro e per la capacità del nostro Paese di riprendere la strada dello sviluppo.

D. - Gli anziani sono poi un ammortizzatore sociale, trasmettono valori anche spirituali che aiutano la società ad avere riferimenti sani per un autentico sviluppo…

R. - Su questo non c’è dubbio. Tanto più si realizzano forme di solidarietà familiare, di volontariato orientato al sostegno, si soddisfano esigenze di trasmettere e conservare il principio di solidarietà e la capacità di guardare a una società integrata, che vuole che il benessere spirituale - oltre che materiale - sia presente.







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