2013-05-30 13:33:27

Siria. Mons. Tomasi: far tacere subito le armi, la gente ha pagato fin troppo i costi della guerra


Far tacere subito le armi in Siria e promuovere negoziati di pace che ridiano speranza ad una popolazione devastata dalle violenze: è l’accorato appello lanciato mercoledì scorso dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra nel suo intervento alla 63.ma sessione del Consiglio per i diritti umani in corso nella città elvetica. Ce ne parla Sergio Centofanti:

In Siria si assiste alla violazione di tutti i diritti umani. La denuncia di mons. Tomasi è forte: “Sono state distrutte decine di migliaia di vite; un milione e mezzo di persone sono state costrette a fuggire all'estero come rifugiati; più di quattro milioni di persone hanno perso le loro case e civili sono stati presi di mira dai belligeranti nel totale disprezzo del diritto umanitario. Questa enorme tragedia nazionale rischia di intensificare i conflitti regionali e globali, di trasformare le ambizioni di potere politico in scontri etnici e religiosi di stampo fondamentalista e di distruggere l'intero Paese”.

Per il rappresentante della Santa Sede “la strada da seguire non è una intensificazione militare del conflitto armato, ma il dialogo e la riconciliazione” che possono trovare attuazione nella progettata conferenza di pace, “se c’è la volontà politica di sostenerla”. “Un cessate il fuoco immediato – afferma mons. Tomasi - fermerà lo spargimento di sangue, una tragedia inutile e distruttiva che ipoteca il futuro della Siria e del Medio Oriente”. Il presule ricorda l’appello di pace per la Siria lanciato da Papa Francesco a Pasqua: “Quanto sangue è stato versato! E quante sofferenze dovranno essere ancora inflitte prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi?”. La Santa Sede – ha aggiunto il rappresentante vaticano – “ha sempre insistito sul fatto che solo negoziati pacifici porteranno ad una soluzione accettabile della crisi e che la partecipazione, in un eventuale governo e in posizioni di responsabilità, di rappresentanti di tutti i cittadini può garantire una convivenza pacifica duratura e costruttiva di tutte le comunità che compongono la società siriana”.

Mons. Tomasi ha ricordato poi che “i bambini nei campi profughi e nelle aree di conflitto, traumatizzati e forzatamente privati ​​dei loro diritti, soffrono di più le conseguenze della violenza e reclamano una generosa solidarietà da parte della comunità internazionale. Solo in questo modo essi e le loro famiglie potranno di nuovo sperare in una esistenza normale. In particolare – ha detto - i minori non accompagnati meritano particolare attenzione e assistenza per evitare che cadano vittime della tratta e di altre forme di sfruttamento”.

Di qui l’appello: “Mettere a tacere i cannoni è la priorità”. Inoltre, è necessario “superare ogni pessimismo” circa un esito positivo dei negoziati. “Il popolo della Siria – ha concluso mons. Tomasi - ha già pagato troppo” e la “sofferenza indicibile” dei siriani “non deve essere ignorata da nessuna delle parti in causa”: tutti “sono chiamati ad agire ora per la pace, la ricostruzione e un nuovo inizio delle relazioni umane basato sui diritti umani e l'interesse comune della famiglia umana”.

Ultimo aggiornamento: 31 maggio







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