Dialogo nel segno del Vangelo anche sul web: tavola rotonda alla Radio Vaticana
Dibattere insieme, aprirsi al confronto per poter leggere meglio i segni dei tempi.
È uno dei compiti più importanti per chi testimonia la propria fede cristiana oggi,
e lo è anche in Rete. Proprio dall’esperienza di un blog collettivo, "VinoNuovo.it",
è nata la tavola rotonda "Libero dialogo nella Chiesa. Oggi si può?", che si
è svolta alla Radio Vaticana. L’ha seguita Davide Maggiore:
Vivere il Vangelo
cercando nel dialogo ciò che abbiamo in comune. Lo sforzo del cristiano, ancora di
più se lavora nella comunicazione, è lo stesso, oggi come ieri. Per fare questo, attualmente,
Internet non è solo uno strumento tra i tanti. Secondo padre Francesco Occhetta,
scrittore della rivista Civiltà Cattolica, la Rete evidenzia soprattutto un dato:
“Viviamo
una navigazione. La navigazione è molto più complessa del cammino, perché bisogna
calcolare i venti, bisogna avere una meta, una bussola. Se la bussola si spacca o
si perde è quasi la fine. Dobbiamo aiutarci in questo”.
Come accade durante
ogni navigazione, ci sono dei punti di riferimento, prosegue padre Occhetta:
“C’è
una stella polare, che guida nel mare, in mezzo alle tempeste, che per noi è il Vangelo
e la vita di Cristo. Ci sono dei principi, c’è un’Incarnazione, c’è la possibilità
di aprire nel mare delle strade. Questo è ciò che stiamo tentando di fare, quello
che sta tentando di fare anche 'Vino Nuovo'. Dobbiamo stare insieme, dobbiamo fare
rete, dobbiamo offrire questa testimonianza, perché altri possano interloquire”.
In
questo contesto, è importante imparare a parlare il linguaggio della Rete. Lo sottolinea
Jesus Colina, direttore editoriale del network "Aleteia.org":
“Abbiamo
una ricchezza: un messaggio stupendo, straordinario. Abbiamo la più grande comunità
esistente in Internet: di un miliardo e 200 milioni di battezzati, più di 450 milioni
sono in Rete, sono collegati ad Internet. La sfida è veramente quella di parlare il
linguaggio di Internet, che ha le sue regole, le sue caratteristiche tecniche, ma
soprattutto è una questione di atteggiamento. Internet, come il cristianesimo, deve
essere un luogo di incontro. Se noi impariamo il linguaggio digitale, daremo a più
persone la possibilità di trovare in Internet un primo luogo di incontro, per poi
scoprire la comunità, la Chiesa. Non dobbiamo restare chiusi al mondo virtuale, ma
passare anche al mondo reale”.
Il dialogo è quindi innanzitutto dialogo
tra persone, che mettono in comune le proprie esperienze, qualunque sia il mezzo attraverso
cui ciò avviene. A sottolineare le affinità è Gilberto Borghi, insegnante di
religione e scrittore, tra gli autori di "Vinonuovo.it":
“La sensazione
di fondo che ho è che abbiano in comune intanto la mia fede, nel senso che, ovviamente,
sono tipi di dialogo che nascono tutti dall’esperienza di fede che io ho. Credo ci
sia anche, però, il tentativo di imparare a usare meglio gli strumenti della comunicazione,
a tutti i livelli. Quindi, sono dialoghi che in qualche modo s’intersecano, legati
alla necessità di trovare un modo di comunicare, che oggi funzioni con tutte le persone”.
Un’altra,
fondamentale analogia sta nel principio che, per il cristiano, guida il dialogo. Ancora
Jesus Colina:
“Il comandamento del cristiano è il comandamento dell’amore,
è la nostra grande rivoluzione: amare il 'nemico' in comunicazione è dare sempre spazio
al dialogo, anche se non sono d’accordo con lui. Se lui sente che io lo amo, lui sarà
aperto. Se io lo condanno, il dialogo è finito”.
Il dialogo, infine, porta
frutti anche perché riesce ad arricchire entrambi gli interlocutori. Gliberto Borghi
descrive così l’esperienza vissuta grazie agli alunni delle sue classi:
“Il
valore del dialogo sta nel fatto che sono io a imparare: sono io a imparare davvero
modi di leggere la fede, di viverla, che sono molto reali, molto concreti, perché
in realtà nascono dalla vita, dalla pelle, dal cuore, di questi ragazzi”.