2013-05-30 14:18:48

Dialogo nel segno del Vangelo anche sul web: tavola rotonda alla Radio Vaticana


Dibattere insieme, aprirsi al confronto per poter leggere meglio i segni dei tempi. È uno dei compiti più importanti per chi testimonia la propria fede cristiana oggi, e lo è anche in Rete. Proprio dall’esperienza di un blog collettivo, "VinoNuovo.it", è nata la tavola rotonda "Libero dialogo nella Chiesa. Oggi si può?", che si è svolta alla Radio Vaticana. L’ha seguita Davide Maggiore:RealAudioMP3

Vivere il Vangelo cercando nel dialogo ciò che abbiamo in comune. Lo sforzo del cristiano, ancora di più se lavora nella comunicazione, è lo stesso, oggi come ieri. Per fare questo, attualmente, Internet non è solo uno strumento tra i tanti. Secondo padre Francesco Occhetta, scrittore della rivista Civiltà Cattolica, la Rete evidenzia soprattutto un dato:

“Viviamo una navigazione. La navigazione è molto più complessa del cammino, perché bisogna calcolare i venti, bisogna avere una meta, una bussola. Se la bussola si spacca o si perde è quasi la fine. Dobbiamo aiutarci in questo”.

Come accade durante ogni navigazione, ci sono dei punti di riferimento, prosegue padre Occhetta:

“C’è una stella polare, che guida nel mare, in mezzo alle tempeste, che per noi è il Vangelo e la vita di Cristo. Ci sono dei principi, c’è un’Incarnazione, c’è la possibilità di aprire nel mare delle strade. Questo è ciò che stiamo tentando di fare, quello che sta tentando di fare anche 'Vino Nuovo'. Dobbiamo stare insieme, dobbiamo fare rete, dobbiamo offrire questa testimonianza, perché altri possano interloquire”.

In questo contesto, è importante imparare a parlare il linguaggio della Rete. Lo sottolinea Jesus Colina, direttore editoriale del network "Aleteia.org":

“Abbiamo una ricchezza: un messaggio stupendo, straordinario. Abbiamo la più grande comunità esistente in Internet: di un miliardo e 200 milioni di battezzati, più di 450 milioni sono in Rete, sono collegati ad Internet. La sfida è veramente quella di parlare il linguaggio di Internet, che ha le sue regole, le sue caratteristiche tecniche, ma soprattutto è una questione di atteggiamento. Internet, come il cristianesimo, deve essere un luogo di incontro. Se noi impariamo il linguaggio digitale, daremo a più persone la possibilità di trovare in Internet un primo luogo di incontro, per poi scoprire la comunità, la Chiesa. Non dobbiamo restare chiusi al mondo virtuale, ma passare anche al mondo reale”.

Il dialogo è quindi innanzitutto dialogo tra persone, che mettono in comune le proprie esperienze, qualunque sia il mezzo attraverso cui ciò avviene. A sottolineare le affinità è Gilberto Borghi, insegnante di religione e scrittore, tra gli autori di "Vinonuovo.it":

“La sensazione di fondo che ho è che abbiano in comune intanto la mia fede, nel senso che, ovviamente, sono tipi di dialogo che nascono tutti dall’esperienza di fede che io ho. Credo ci sia anche, però, il tentativo di imparare a usare meglio gli strumenti della comunicazione, a tutti i livelli. Quindi, sono dialoghi che in qualche modo s’intersecano, legati alla necessità di trovare un modo di comunicare, che oggi funzioni con tutte le persone”.

Un’altra, fondamentale analogia sta nel principio che, per il cristiano, guida il dialogo. Ancora Jesus Colina:

“Il comandamento del cristiano è il comandamento dell’amore, è la nostra grande rivoluzione: amare il 'nemico' in comunicazione è dare sempre spazio al dialogo, anche se non sono d’accordo con lui. Se lui sente che io lo amo, lui sarà aperto. Se io lo condanno, il dialogo è finito”.

Il dialogo, infine, porta frutti anche perché riesce ad arricchire entrambi gli interlocutori. Gliberto Borghi descrive così l’esperienza vissuta grazie agli alunni delle sue classi:

“Il valore del dialogo sta nel fatto che sono io a imparare: sono io a imparare davvero modi di leggere la fede, di viverla, che sono molto reali, molto concreti, perché in realtà nascono dalla vita, dalla pelle, dal cuore, di questi ragazzi”.







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