Cagliari. La pala d'altare di Kiko Argüello. Mons. Miglio: negli occhi del Cristo
la speranza
Una pala d’altare di 85 metri quadri: al centro il Cristo Pantocrator e ai lati le
scene principali della sua vita terrena, la Dormizione di Maria e la Pentecoste. La
grande opera pittorica è stata realizzata nella Chiesa della Vergine della Salute,
a Cagliari, da un’equipe di circa 25 pittori spagnoli e italiani e completata da Kiko
Argüello, artista e iniziatore del Cammino neocatecumenale. L’inaugurazione è avvenuta
mercoledì alla presenza dell’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio e dello
stesso Kiko Argüello. Il servizio di Debora Donnini:
Dall’Annuncio
dell’Angelo a Maria all’Apparizione del Risorto fino alla Pentecoste: sono le scene
che coronano il grande Cristo Pantocrator posto al centro della pala d’altare della
Chiesa della Vergine della Salute, a Cagliari. Una pittura che con il suo sfondo d’oro
vuole aiutare i fedeli nella fede attraverso la bellezza. I dipinti sono realizzati
con lo stile delle icone. Perché? Ci risponde Kiko Argüello:
R. – Stiamo
cercando di creare un ponte con l’Oriente. Bisogna recuperare il canone della Chiesa
orientale, che è stato mantenuto durante i secoli, mentre la Chiesa d’Occidente dopo
il 1.400, con Giotto, comincia a tracciare la prospettiva e la terza dimensione. Oggi,
penso che anche grazie a tutta l’arte occidentale moderna – grazie a Picasso, a Braque,
alle grandi scoperte impressionistiche – si possa arricchire la bellezza dell’arte
orientale, riprendendo il canone. Molta gente, infatti, resta impressionata e in moltissima
gente si risveglia l’anima, perché questa pittura usa la prospettiva inversa: il punto
focale non è dentro il quadro, ma è fuori.
D. – La bellezza, l’arte, colpisce
la parte dell’uomo più emotiva. Perché è importante questo per l’evangelizzazione:
perché le persone si sentono amate?
R. – Tutta la natura è piena della bellezza
di Dio. Tutto è bello nella natura. Noi seguiamo questa linea anche per evangelizzare:
sto facendo anche musica, scultura. E’ stata fatta una scultura di Giovanni Paolo
II e adesso questa grande pala d’altare,che fa presente il Cielo.
D.
– Questa immagine di Giovanni Paolo II per cosa è?
R. – Lo Stato d’Israele
vuole realizzare un parco in memoria di Giovanni Paolo II, sul Monte delle Beatitudini,
dove c’è stato l’incontro con 150 mila giovani e mi è stata commissionata una statua
di Giovanni Paolo II.
L’inaugurazione della pala d’altare o "Retablo" è avvenuta
alla presenza di mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari. Gli abbiamo
chiesto quale l’importanza di quest’opera pittorica:
R. – Mi pare il segno
della maturità di una comunità parrocchiale fatta di tutte queste comunità del Cammino
neocatecumenale e anche, ovviamente, di tutte le altre persone che vivono sul territorio.
Ma la caratteristica di questa parrocchia è stata proprio la crescita progressiva
e, al tempo stesso, un volto giovane.
D. – Quali sono i particolari che più
la colpiscono di questa pittura, che ha anche un senso di evangelizzazione per chi
entra nella Chiesa?
R. – Le pagine della vita di Cristo scelte sono tra le
più significative del Vangelo e poi la pittura culmina nel volto del Cristo che viene,
il Cristo Risorto dell’Apocalisse, che viene alla fine dei tempi. Questo volto mette
in evidenza due aspetti: l’austerità del Giudice che viene, ma gli occhi di questo
volto sono gli occhi della misericordia, che offre ancora una volta l’occasione di
pentimento, di guarigione e di salvezza. Mi pare che questi due aspetti siano armonizzati
molto bene e diano, quindi, un messaggio di grande speranza.
D. – La prima
visita che Papa Francesco farà in Italia, a settembre, sarà proprio a Cagliari, alla
Madonna di Bonaria, che tra l’altro è legata proprio a Buenos Aires, perché da qui
viene il nome “aria buona”. Come state aspettando questa visita di Papa Francesco?
R.
– L’attesa è molto viva ma è interessante com’è nata questa visita: c’è un disegno
provvidenziale. Dobbiamo risalire a febbraio, quindi prima del Conclave e di ogni
previsione: a febbraio giunge a noi, a Cagliari, la richiesta da parte della Municipalità
di Buenos Aires di un simulacro della Madonna di Bonaria, da collocare all’interno
della Municipalità, negli uffici. Con l’elezione di Papa Francesco questa richiesta,
giuntaci più o meno un mese prima, ci ha veramente stupiti e commossi. Quindi, l’invito
a Papa Francesco è stato spontaneo e immediato, così come è stata spontanea e gioiosa
la sua risposta a venire. Questo ci lega ancora di più a Buenos Aires e all’Argentina,
perché il nome di Buenos Aires – Papa Francesco lo ha spiegato bene durante l’udienza
del 15 maggio – è venuto proprio dai marinai che portavano il simulacro della Madonna
di Bonaria e il nome è rimasto alla nuova città, all’inizio del 1500. Quindi, è una
visita carica di suggestione, anche per come è nata. Il desiderio, l’augurio per tutti
è che davvero questa visita porti speranza a una Regione, a un territorio tra i più
provati, tra i più segnati dalla povertà.