Bose: liturgia, arte e architettura al Convegno liturgico internazionale. Il saluto
del Papa
A 50 anni dalla promulgazione della Costituzione Sacrosanctum Concilium, la
prima approvata dal Concilio Vaticano II, esperti e studiosi di liturgia, arte e architettura
si stanno confrontando ieri e oggi presso il Monastero di Bose durante l’11.mo Convegno
liturgico internazionale. Ai partecipanti sono giunti – a mezzo di in un telegramma
a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone – il saluto e la benedizione
di Papa Francesco. “Iniziando con il tema della liturgia – aveva detto pochi mesi
fa il Papa emerito Benedetto XVI – il Concilio mise in luce in modo molto chiaro il
primato di Dio, la sua priorità assoluta”. Paolo Ondarza ha intervistato mons.
Stefano Russo, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i Beni culturali ecclesiastici,
tra i promotori del simposio:
R. – Il nostro
sguardo è diretto al passato, per un certo modo di dire, proprio per ritrovare quella
fonte ispiratrice che proviene dal Concilio, attraverso la Sacrosanctum Concilium,
che ancora oggi è viva e chiede di essere attuata. La Chiesa oggi è chiamata ad avere
grande attenzione rispetto alla liturgia, all’arte e all’architettura.
D. –
Più volte, l’importanza della liturgia è stata sottolineata dal Papa emerito Benedetto
XVI che ha puntato anche l’attenzione su quanto l’arte possa contribuire a dischiudere
gli orizzonti della fede…
R. – Assolutamente sì. Questo tema dell’arte e del
rapporto con l’arte e con gli artisti è un fondamentale. E’ importantissimo che la
Chiesa possa trovare le forme di un dialogo, di un rapporto con l’arte. E’ importante
che da tale dialogo nascano opere d’arte, affinché ancora oggi, così come nel passato,
si possa continuare attraverso l’arte a parlare di Dio.
D. – Ma perché la liturgia
continua a essere importante e soprattutto perché ha bisogno di un’alleanza con l’arte?
R.
– La liturgia è importantissima per la vita della Chiesa. Ha bisogno di un’arte che
sia contestualizzata nel luogo liturgico, quindi non dell’arte in generale ma di un’arte
che sia attenta anche a quelle che sono le azioni che la liturgia prevede.
D.
– Un dialogo, quello tra liturgia, arte e architettura che presenta numerose sfide.
Non sono mancate in questi 50 anni polemiche, anche recenti, circa la costruzione
di aule di culto, chiese, poco rispondenti alle esigenze liturgiche…
R. – In
merito a questo, dico soprattutto che ritengo importante che si tenga vivo il dialogo;
che non ci si chiuda rispetto a preconcetti, ma che soprattutto si faccia anche di
questo discorso intorno all’arte e alla liturgia un’esperienza di Chiesa dove sempre
più artisti, architetti professionisti, committenti, liturgisti, possano trovare luoghi
dove dialogare. In questo modo anche i luoghi di culto, che sono espressione del nostro
tempo, saranno il frutto di un lavoro di Chiesa.
D. – Auspicabile a tale riguardo
la formazione dell’artista ai contenuti della fede, della liturgia?
R. – Questo
è un altro tema fondamentale, quello della formazione. Direi che in questi anni la
Chiesa in Italia ha realizzato diverse iniziative di questo tipo, anche promosse dagli
stessi Uffici della Conferenza episcopale italiana. Anche il Convegno di questi giorni,
che ci vede in collaborazione con la Comunità di Bose, ormai è diventato un appuntamento
tradizionale per tanti artisti, architetti, liturgisti, sacerdoti, operatori dei beni
culturali ecclesiastici della liturgia. Quindi, andiamo avanti affrontando questa
sfida che il nostro tempo ci lancia.