Udienza generale. Il Papa: amare sempre la Chiesa nonostante i peccati perché la misericordia
di Dio è più grande
Anche questo mercoledì sono circa 100mila i fedeli presenti in Piazza San Pietro nonostante
una fitta pioggia. Il Papa, in jeep scoperta e senza essere protetto da un ombrello,
ha fatto il consueto giro tra i pellegrini. Quindi ha iniziato l’udienza generale
dicendo ai fedeli: “Complimenti per il vostro coraggio, sotto la pioggia, bravi!".
“Mercoledì scorso – ha ricordato - ho sottolineato il legame profondo tra lo Spirito
Santo e la Chiesa. Oggi vorrei iniziare alcune catechesi sul mistero della Chiesa,
mistero che tutti noi viviamo e di cui siamo parte. Lo vorrei fare con espressioni
ben presenti dei testi del Concilio Ecumenico Vaticano II. Oggi la prima: la Chiesa
come famiglia di Dio. In questi mesi, più di una volta ho fatto riferimento alla parabola
del figlio prodigo, o meglio del padre misericordioso (cfr Lc 15,11-32). Il figlio
minore lascia la casa del padre, sperpera tutto e decide di tornare perché si rende
conto di avere sbagliato, ma non si ritiene più degno di essere figlio e pensa di
poter essere riaccolto come servo. Il padre invece gli corre incontro, lo abbraccia,
gli restituisce la dignità di figlio e fa festa. Questa parabola, come altre nel Vangelo,
indica bene il disegno di Dio sull’umanità”.
Il Papa ha posto questa domanda:
“Qual è questo progetto di Dio? E’ fare di tutti noi l un’unica famiglia dei suoi
figli, in cui ciascuno lo senta vicino e si senta amato da Lui, come nella parabola
evangelica, senta il calore di essere famiglia di Dio. In questo grande disegno trova
la sua radice la Chiesa, che non è un’organizzazione nata da un accordo di alcune
persone, ma - come ci ha ricordato tante volte il Papa Benedetto XVI - è opera di
Dio, nasce proprio da questo disegno di amore che si realizza progressivamente nella
storia. La Chiesa nasce dal desiderio di Dio di chiamare tutti gli uomini alla comunione
con Lui, alla sua amicizia, anzi a partecipare come suoi figli della sua stessa vita
divina. La stessa parola “Chiesa”, dal greco ekklesia, significa “convocazione”: Dio
ci convoca, ci spinge ad uscire dall’individualismo, dalla tendenza a chiudersi in
se stessi e ci chiama a far parte della sua famiglia. E questa chiamata ha la sua
origine nella stessa creazione. Dio ci ha creati perché viviamo in una relazione di
profonda amicizia con Lui, e anche quando il peccato ha rotto questa relazione con
Lui, con gli altri e con il creato, Dio non ci ha abbandonati. Tutta la storia della
salvezza è la storia di Dio che cerca l’uomo, gli offre il suo amore, lo accoglie.
Ha chiamato Abramo ad essere padre di una moltitudine, ha scelto il popolo di Israele
per stringere un’alleanza che abbracci tutte le genti, e ha inviato, nella pienezza
dei tempi, il suo Figlio perché il suo disegno di amore e di salvezza si realizzi
in una nuova ed eterna alleanza con l’umanità intera. Quando leggiamo i Vangeli, vediamo
che Gesù raduna intorno a sé una piccola comunità che accoglie la sua parola, lo segue,
condivide il suo cammino, diventa la sua famiglia, e con questa comunità Egli prepara
e costruisce la sua Chiesa. Da dove nasce allora la Chiesa? Nasce dal gesto supremo
di amore della Croce, dal costato aperto di Gesù da cui escono sangue ed acqua, simbolo
dei Sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo. Nella famiglia di Dio, nella Chiesa,
la linfa vitale è l’amore di Dio che si concretizza nell’amare Lui e gli altri, tutti,
senza distinzioni e misura. La Chiesa è famiglia in cui si ama e si è amati. Quando
si manifesta la Chiesa? L’abbiamo celebrato due domeniche fa; si manifesta quando
il dono dello Spirito Santo riempie il cuore degli Apostoli e li spinge ad uscire
e iniziare il cammino per annunciare il Vangelo, diffondere l’amore di Dio”.
Papa
Francesco ha quindi proseguito: “Ancora oggi qualcuno dice: ‘Cristo sì, la Chiesa
no’. Ma quelli che dicono: ‘Io credo in Dio ma non nei preti’, eh?, si dice così:
‘Cristo sì, la Chiesa no’. Ma è proprio la Chiesa che ci porta Cristo e che ci
porta a Dio – ha proseguito - la Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio. Certo
ha anche aspetti umani; in coloro che la compongono, Pastori e fedeli, ci sono difetti,
imperfezioni, peccati: anche il Papa ne ha, eh?, e ne ha tanti! Ma il bello è che
quando noi ci accorgiamo di essere peccatori” troviamo “la misericordia di Dio: Dio
sempre perdona. Non dimenticate questo: Dio sempre perdona! E Lui ci riceve nel suo
amore di perdono e di misericordia. Alcuni dicono: ‘E’ bello, questo: che il peccato
è un’offesa a Dio, ma anche l’opportunità; l’umiliazione per accorgersi che c’è un’altra
cosa più bella, che è la misericordia di Dio’. Pensiamo a questa cosa”.
Il
Papa conclude: “Domandiamoci oggi: quanto amo io la Chiesa? Prego per lei? Mi sento
parte della famiglia della Chiesa? Che cosa faccio perché sia una comunità in cui
ognuno si senta accolto e compreso, senta la misericordia e l’amore di Dio che rinnova
la sua vita? La fede è un dono e un atto che ci riguarda personalmente, ma Dio ci
chiama a vivere insieme la nostra fede, come famiglia, come Chiesa. Chiediamo al Signore,
in modo del tutto particolare in quest’Anno della fede, che le nostre comunità, tutta
la Chiesa, siano sempre più vere famiglie che vivono e portano il calore di Dio. Grazie”.
Al
termine dell’udienza generale il Papa ha ricordato che domani, festa del Corpus Domini,
come ogni anno sarà celebrata alle ore 19 la Santa Messa a San Giovanni in Laterano,
cui seguirà la solenne processione che si concluderà a Santa Maria Maggiore: “Invito
i fedeli di Roma e i pellegrini ad unirsi in questo atto di profonda fede verso l’Eucaristia,
che costituisce il più prezioso tesoro della Chiesa e dell'umanità”.