Mons. Chullikat all’Onu: mancanza di cibo e acqua potabile per tutti è uno scandalo
Garantire a tutti sicurezza alimentare, acqua, servizi igienici e sanitari “è non
solo un necessità evidente ma è anche un imperativo morale”: lo ha ribadito l’arcivescovo
Francis Chullikat, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite,
in due interventi nell’ambito del Gruppo di lavoro sugli obiettivi di sviluppo sostenibile,
fissati dall’Onu, da raggiungere entro il 2015. Il servizio di Roberta Gisotti:
Ci sono più
vittime per fame e malnutrizione ogni anno che per malattie come Aids, malaria e tubercolosi
messe insieme. “Quasi un miliardo di esseri umani nostri fratelli” vanno "a letto
affamati ogni giorno”. Uno “scandalo”, ha denunciato l’arcivescovo Chullikat, puntando
il dito contro “una crisi morale e umanitaria”, aggravata da politiche e pratiche
finanziarie speculative sulle derrate alimentari, da conflitti armati, da risorse
alimentari sprecate o dirottate dal consumo alla produzione di energia, e dall’incapacità
di fornire l’accesso ai mercati ai produttori dei Paesi in via di sviluppo. E’ davvero
uno “spettacolo grottesco” – ha osservato il rappresentante vaticano – assistere
alla distruzione di prodotti alimentari per preservare prezzi più alti di mercato
ai produttori, anzitutto del Paesi sviluppati. Una “pratica riprovevole”, che privilegia
il profitto economico sulla pelle di quelli che muoiono di fame. “Non è distruggendo
il sostentamento necessario alla sopravvivenza dei poveri – ha ammonito il presule
– che possiamo immaginare di costruire un mondo più prospero e ricco”.
Altro
tema dolente affrontato da mons. Chullikat è quello dell’acqua potabile e dei servizi
igienici che pure devono essere garantiti a tutti, quale “diritto umano universale”,
mentre oggi – ha ricordato l’osservatore permanente della Santa Sede – oltre 800 milioni
di persone non hanno accesso a risorse idriche e altri milioni sono senza rifornimenti
sicuri e sostenibili. E se l’acqua “non è una risorsa illimitata”, “il suo uso razionale
e solidale richiede la collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà”. Da qui,
anche l’urgenza di creare “autorità competenti a livello regionale e transnazionale
per la gestione congiunta, integrata, equa” delle risorse comuni come l’acqua. Ed
anche per identificare le responsabilità personali, legali e finanziarie di chi impedisce
ed ostacola l’accesso all’acqua potabile per tutti.