Siria. Appello della Chiesa siro-ortodossa: “Fate di più per liberare i nostri vescovi”
“C’è uno sprazzo di speranza per la sorte dei due vescovi di Aleppo rapiti in Siria
un mese fa. Chiediamo che vengano diffuse foto o filmati recenti dei due e che la
Coalizione Nazionale dell’opposizione siriana faccia ogni sforzo possibile per liberarli”:
lo dice all’agenzia Fides il vescovo metropolita Timoteo Matta Fadil Alkhouri, assistente
nel patriarcato siro-ortodosso di Antiochia, confratello del vescovo siro-ortodosso
Gregorio Yohanna Ibrahim, tuttora nelle mani dei rapitori con il vescovo greco-ortodosso
Boulos al-Yazigi. Sabato scorso a Istanbul, Abdul Ahad Steipho dirigente della Coalizione
nazionale dell'opposizione siriana, a margine di un incontro, ha detto ai cronisti
che “alcuni giorni fa un medico ha visitato i due vescovi: stanno bene”, senza fornire
altri dettagli sui sequestratori. “Abbiamo appreso con gioia e trepidazione questa
notizia, anche se non abbiamo alcuna conferma o certezza. Ora sappiamo che c’è qualcuno
che ha avuto contatti diretti con i vescovi. Questo ci dà rinnovata speranza, questi
voci ci confortano, ma bisogna fare di più”, spiega il vescovo a Fides. “Non sappiamo
bene da chi e da dove provengano queste informazioni. I leader della Coalizione nazionale
dell’opposizione – prosegue – ci hanno detto di avere delle notizie ma di non avere
il controllo della situazione. Secondo quanto affermano i governi di Siria, Turchia
e Libano, i vescovi si troverebbero nell’area fra Aleppo e la Turchia, nella zona
di confine, in territorio siriano. Quest’area è fuori dal controllo del governo siriano
e di quello turco. Ci sono altri gruppi armati a controllarlo”. La Chiesa siro-ortodossa
auspica una svolta reale: “Oggi lanciamo un appello perché possiamo capire cosa vogliono
i gruppi che li hanno presi, e perché pubblichino prove certe, come foto e filmati,
per confermare che sono vivi. Siamo pronti a fare qualsiasi cosa per loro: vogliamo
intavolare contatti con i rapitori. Ancora non sappiamo nulla di preciso, non ci sono
giunte richieste. Per questo continuiamo a tenere stretti contatti con i governi,
con l’opposizione siriana, con i capi islamici. Ma non basta”, dice il metropolita.
“Questa notizia – ribadisce il vescovo – dà speranza al popolo siriano. Noi ci preoccupiamo
per i vescovi e per i sacerdoti rapiti, ma anche per tutta la popolazione: i nostri
fedeli cristiani stanno lasciando il Paese, l’emorragia continua ed molto dolorosa
per noi”. La solidarietà espressa dalle Chiese in tutto il mondo “è un prezioso conforto”:
“Ogni domenica si continua a pregare per i vescovi, a celebrare Sante Messe, in Siria,
in Medio Oriente e in altri Paesi del mondo. Ringraziamo tutti e confidiamo in Dio.
Chiediamo a Papa Francesco di pregare per noi”. (R.P.)