2013-05-27 14:14:16

Ilva. Mons. Santoro: il governo salvaguardi i posti di lavoro e risolva il problema inquinamento


Settimana cruciale per il futuro dell’Ilva. Ieri il Garante dell'Autorizzazione integrata ambientale ha incontrato i sindacati mentre i vertici dell’azienda sono stati ricevuti al Ministero dello Sviluppo economico: possibile l’amministrazione straordinaria. Oggi vertice a Palazzo Chigi: il premier Letta si dice preoccupato. L'amministrazione Riva intanto ha impugnato il sequestro di 8,1 miliardi, deciso nei giorni scorsi dai magistrati perchè, dice, mette a rischio la continuita' aziendale. L’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, chiede al governo di salvaguardare i posti di lavoro e trovare una soluzione al problema dell’inquinamento, come sentiamo nell’intervista di Debora Donnini:RealAudioMP3

R. - Noi dobbiamo fare tutto il possibile perché l’Ilva non si fermi. Sarebbe una convulsione sociale di dimensioni straordinarie: oltre ai 20 mila qui a Taranto, andrebbero disoccupati altri 20 mila ed il ciclo dell’industria italiana sarebbe toccato. Ma quello che più mi preoccupa è proprio la condizione delle famiglie in questo tempo di crisi, perciò dobbiamo sostenere la speranza delle persone. Quindi, chiedo che il governo faccia tutto lo sforzo possibile per salvaguardare i posti di lavoro ed al tempo stesso trovare anche una soluzione al problema dell’inquinamento, perché se si mettono in atto le indicazioni dell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA), è possibile che ci siano segni effettivi di miglioramento dell’ambiente e della situazione.

D. - Si sta facendo qualcosa dal punto di vista ambientale?

R. - Dal punto di vista ambientale qualche segno positivo si vede. Senza andare nelle grandi analisi, vedo che sul terrazzo di casa mia, nella città vecchia ben vicino all’Ilva, mentre prima l’acqua era costantemente sporca e nera per le emissioni, adesso almeno questa situazione è migliorata sensibilmente. Da settembre in poi i segni ci sono per quanto riguarda questo. E’ chiaro che poi ci sono da fare tutti gli adeguamenti degli impianti per le emissioni più sottili, ma secondo me è possibile insistere su un rigoroso adeguamento.

D. - Il vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, oggi ha chiesto che prima di prendere qualsiasi decisione irrevocabile sull’Ilva, si attenda il piano della Commissione, che sarà approvato l’11 giugno, per scongiurare la chiusura degli impianti e la perdita di migliaia di posti di lavoro…

R. - Mi sembra una cosa saggia: non possiamo prendere decisioni affrettate in questo momento. E’ chiaro che si tratta di provvedimenti che dovevano essere presi negli anni passati. Io sono qui da appena un anno e mezzo e mi sono trovato nella fase esplosiva di tutta la vertenza, ma una fretta che in questo momento mette a rischio la fabbrica, è una cosa che deve essere considerata. Bisogna fare tutti gli sforzi possibili perché questa difesa dell’ambiente e del lavoro possa continuare.

D. - Come Chiesa e lei come arcivescovo di Taranto, cosa state facendo, come state vicino alla gente?

R. - Sin dall’inizio ci siamo mossi per offrire speranza a tutti. Appena scoppiato il caso abbiamo fatto una fiaccolata ed una grande veglia, poi abbiamo seguito costantemente tutte le varie fasi, senza contare la vicinanza alle persone che vedono messo a rischio il posto di lavoro e che vengono a parlare con il vescovo perché sia difesa la situazione occupazionale. Allo stesso tempo, un sostegno a tutte le associazioni che difendono la salute, sia per gli ammalati di cancro, sia per gli ammalati di leucemia, cioè una vicinanza alle persone. Io operativamente ho messo in campo un Vicariato episcopale per la difesa del lavoro e dell’ambiente: c’è un gruppo al lavoro, è una prospettiva, ma tutto dipende da una decisione presa dal governo: cosa volete fare dell’Ilva? Volete che continui o no? Il nostro orientamento è che a questo sia data una risposta positiva e noi mettiamo in atto tutte le iniziative possibili per essere vicini alla gente, far sapere loro che non sono soli, sono insieme con il vescovo e con la Chiesa.

Ultimo aggiornamento: 28 maggio







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