Il Papa: cultura del benessere e fascino del provvisorio non ci fanno seguire Gesù
Per seguire Gesù dobbiamo spogliarci della cultura del benessere e del fascino del
provvisorio. E’ quanto affermato da Papa Francesco, nella Messa alla Casa Santa Marta.
Il Papa ha quindi sottolineato che dobbiamo fare un esame di coscienza sulle ricchezze
che ci impediscono di avvicinare Gesù. Alla Messa, concelebrata dal cardinale Philippe
Barbarin, arcivescovo di Lione, hanno preso parte i membri del Pontificio Consiglio
degli Operatori Sanitari, guidati dal presidente mons. Zygmunt Zimowski, e un gruppo
di collaboratori dei Servizi Economici del Governatorato, guidati dal dott. Sabatino
Napolitano. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Gesù chiede
a un giovane di dare tutte le sue ricchezze ai poveri e seguirlo, ma questi se ne
va rattristato. Papa Francesco ha svolto l’omelia muovendo dal celebre episodio raccontato
dal Vangelo odierno. E subito ha sottolineato che “le ricchezze sono un impedimento”
che “non fa facile il cammino verso il Regno di Dio”. Del resto, ha avvertito, “Ognuno
di noi ha le sue ricchezze, ognuno”. C’è sempre, ha detto, una ricchezza che ci “impedisce
di andare vicino a Gesù”. E questa va cercata. Tutti, ha proseguito, “dobbiamo fare
un esame di coscienza su quali sono le nostre ricchezze, perché ci impediscono di
avvicinare Gesù nella strada della vita”. Il Papa si è quindi riferito a due “ricchezze
culturali”: innanzitutto la “cultura del benessere, che ci fa poco coraggiosi, ci
fa pigri, ci fa anche egoisti”. Il benessere “ci anestetizza, è un’anestesia”:
"‘No,
no, più di un figlio no, perché non possiamo fare le vacanze, non possiamo andare
qua, non possiamo comprare la casa’. Sta bene seguire il Signore, ma fino a un certo
punto. Questo è quello che fa il benessere: tutti sappiamo bene com’è il benessere,
ma questo ci getta giù, ci spoglia di quel coraggio, di quel coraggio forte per andare
vicino a Gesù. Questa è la prima ricchezza della nostra cultura d’oggi, la cultura
del benessere’.
C’è poi, ha soggiunto, “un’altra ricchezza nella nostra
cultura”, una ricchezza che ci “impedisce di andare vicino a Gesù: è il fascino del
provvisorio”. Noi, ha osservato, siamo “innamorati del provvisorio”. Le “proposte
definitive” che ci fa Gesù, ha detto, “non ci piacciono”. Il provvisorio invece ci
piace, perché “abbiamo paura del tempo di Dio” che è definitivo:
“Lui è
il Signore del tempo, noi siamo i signori del momento. Perché? Perché nel momento
siamo padroni: fino qui io seguo il Signore, poi vedrò… Ho sentito di uno che voleva
diventare prete, ma per dieci anni, non di più… Quante coppie, quante coppie si sposano,
senza dirlo, ma nel cuore: ‘fin che dura l’amore e poi vediamo…’ Il fascino del provvisorio:
questa è una ricchezza. Dobbiamo diventare padroni del tempo, facciamo piccolo il
tempo al momento. Queste due ricchezze sono quelle che in questo momento ci impediscono
di andare avanti. Io penso a tanti, tanti uomini e donne che hanno lasciato la propria
terra per andare come missionari per tutta la vita: quello è il definitivo!”.
Ma
anche, ha detto, penso a tanti uomini e donne che “hanno lasciato la propria casa
per fare un matrimonio per tutta la vita”; quello è “seguire Gesù da vicino! E’ il
definitivo!”. Il provvisorio, ha ribadito Papa Francesco, “non è seguire Gesù”, è
“territorio nostro”:
“Davanti all’invito di Gesù, davanti a queste due ricchezze
culturali pensiamo ai discepoli: erano sconcertati. Anche noi possiamo essere sconcertati
per questo discorso di Gesù. Quando Gesù ha spiegato qualcosa erano ancora più stupiti.
Chiediamo al Signore che ci dia il coraggio di andare avanti, spogliandoci di questa
cultura del benessere, con la speranza - alla fine del cammino, dove Lui ci aspetta
- nel tempo. Non con la piccola speranza del momento che non serve più. Così sia”.