Honduras. Le bande armate siglano una tregua. Mons. Emiliani: si dialoghi anche con
loro
Il lungo lavorio e la tessitura di dialogo e negoziato dietro le quinte ha dato i
suoi frutti: mons. Rómulo Emiliani, vescovo ausiliare di San Pedro Sula, ha confermato
che oggi, nel carcere di San Pedro Sula, nel nord del Paese, le due bande armate “Mara
Salvatrucha” e “Barrio 18”, che stanno combattendosi ferocemente nel Paese, firmeranno
una tregua, chiederanno perdono alla società e presenteranno la loro disponibilità
a dialogare con il governo. Si tratta di un passo avanti importante, come sottolinea
il vescovo nella nota inviata a Fides: “Se la Colombia sta negoziando con i guerriglieri
delle Farc, è la prova che si può negoziare, anche con gruppi illegali perché le istituzioni
non possono pensare di rimanere ferme, immobili, a raccogliere i frutti di questa
trattativa, senza negoziare”. Mons. Emiliani si dice soddisfatto perché “i gruppi
faranno una dichiarazione pubblica di tregua, chiederanno scusa alla società, si diranno
pronte a dialogare con la polizia”. "Il governo è informato, adesso deve esprimersi
per il dialogo” e prendere iniziative, ha concluso. L’Honduras è uno dei Paesi più
violenti al mondo. Infatti l'ultimo rapporto pubblico sulla violenza registra 85 omicidi
ogni 100mila abitanti. Il Paese vive una situazione di violenza, in gran parte causata
dallo scontro fra bande criminali. L’opera della Chiesa nelle carceri ha scoperto
la possibilità di proporre una convivenza pacifica guidata dagli stessi protagonisti
e ha dato priorità al lavoro pastorale nei centri di reclusione. Solo pochi giorni
fa il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, domandava a tutti nella cattedrale
di Tegucigalpa: “Come si vive in Honduras? Io rispondo: con paura!”. E proprio per
questo che il cardinale ha invitato la comunità e tutta la popolazione ad impegnarsi
per cambiare la situazione di violenza. “Ma se noi non lavoriamo per la giustizia,
sarà molto difficile vivere in pace”.