Libano. Direttore Pom: sulla legge elettorale cristiani si mostrino uniti
La scelta interna al Libano di adottare un nuovo sistema elettorale, assieme al rischio
di “contagio” del conflitto devastante nella vicina Siria, sta di fatto occupando
il dibattito politico nel Paese mediorientale: “Come cittadino e come cristiano dico
che fa male al cuore quando vediamo che i cristiani non riescono a esprimere un giudizio
condiviso su questioni d’importanza cruciale”, racconta alla Fides padre Paul Karam,
direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) in Libano. Il sacerdote
sottolinea che “la pluralità di opinioni è un tratto proprio della democrazia”, in
riferimento all’accordo precedentemente trovato dalle diverse confessioni cristiane
– la cosiddetta “proposta ortodossa” – non votato alla sessione parlamentare del 15
maggio scorso per mancanza di quorum. Secondo il direttore delle Pom libanesi, la
tensione all’unità della minoranza cristiana in Libano come in tutto il Medio Oriente,
dovrebbe essere naturale e la marginalizzazione delle comunità cristiane arreca danno
al Paese, così come gli attacchi reciproci tra leader politici: “Abbiamo visto ciò
che è accaduto in Iraq e in Siria", ha detto ancora padre Karam. "Ogni mossa va fatta
con lungimiranza, tenendo conto degli effetti che potrà avere sui cristiani nel loro
insieme”. (R.B.)