2013-05-26 15:10:21

Bologna. Referendum scuole paritarie. P. Ciccimarra (Agidae): "Libertà nell'educazione"


Secondo i dati del Comune di Bologna, aggiornati alle ore 12, è pari all’8.47% degli aventi diritto l’affluenza al voto per il referendum sul futuro della Convenzione comunale che oggi destina poco più di un milione di euro verso Istituti privati. La consultazione è stata promossa dal Nuovo Comitato Art.33, che riunisce realtà della società civile e legate all'area laica e che questa mattina ha denunciato problemi nelle operazioni di voto, a causa di lacune da parte dell’amministrazione centrale. A padre Francesco Ciccimarra, presidente dell’Agidae, l'Associazione gestori Istituti dipendenti dall’autorità ecclesiastica, Massimiliano Menichetti ha chiesto cosa ci sia in gioco con questo referendum:RealAudioMP3

R. – Il tema è se il nostro Paese voglia una libertà dell’educazione, una libertà delle scuole, che possano organizzare anche diversificate proposte formative e culturali nell’ambito delle Regioni, dei Comuni e così via. Ora, togliere alle scuole dell’infanzia i contributi per il loro funzionamento, mi sembra un’idea non solo anacronistica ma contro la libertà di scelta delle famiglie.

D. – Chi sostiene questo referendum in sostanza dice: sono soldi che vengono tolti alla scuola pubblica. In realtà, così non è...

R. – Dobbiamo essere molto chiari: le nostre scuole sono scuole pubbliche, come stabilisce la legge. Confondere scuola paritaria con scuola privata è un errore di fondo. La nostra è una scuola che rilascia titoli legalmente validi, che usufruisce di personale docente con titoli legalmente validi per lo Stato, e su ogni tipo di problematica di livello sono esattamente sullo stesso piano delle scuole statali. L’assunto di togliere alla scuola statale o alla scuola pubblica dei contributi è fuorviante.

D. – Quando, oltretutto, con le scuole paritarie c’è un costo anche inferiore...

R. – C’è il risparmio dello Stato, perché una nostra scuola costa un quarto rispetto alle scuole statali.

D. – Chiaramente, ognuno si orienterà come meglio crede, ma qual è il criterio per far riflettere chi si recherà a votare per questo referendum?

R. – Il nostro Paese e quindi, in questo caso, anche il Comune di Bologna non può omettere di salvaguardare il principio della pluralità delle risposte formative, dell’offerta formativa, negando quindi alle famiglie il diritto di scelta. Questo è un bene che riguarda tutta la nostra comunità. Tornare, quindi, indietro, mentre l’Europa corre in avanti, mi sembra veramente una follia.







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