Uzbekistan: una cristiana condannata per possesso di Bibbie e materiale religioso
Dovrà scontare 18 mesi di lavori correttivi l’uzbeka Sharofat Allamova, cristiana
protestante, trovata in possesso di Bibbie e materiale religioso, oltre a dover pagare
una multa che si traduce nel versamento di parte del suo stipendio allo Stato. A darne
notizia è l’agenzia AsiaNews. La donna, di Urgench, nel nordovest del Paese, è stata
giudicata colpevole di "produzione illegale, archiviazione, importazione o distribuzione
di materiale religioso". La condanna decisa dal giudice è di compiere lavori umili
al servizio dello Stato, mentre buona parte del suo stipendio servirà a pagare la
multa a suo carico. A questo si aggiunge che per i prossimi mesi la donna non potrà
uscire dall’Uzbekistan. Fonti locali hanno espresso ad Asianews dubbi sulla veridicità
delle prove fornite durante il processo contro la donna. Punizioni analoghe erano
scattate a maggio per lo stesso crimine: possesso di materiale religioso. Oltre alla
confisca della Bibbia e di altri testi religiosi, si teme che in autunno la donna
cristiana possa essere mandata a lavorare nei campi di cotone. Si tratta di un lavoro
massacrante, per il quale lo Stato utilizza i condannati. Pesanti multe sono state
addebitate anche a un gruppo di persone che nella capitale Tashkent si erano riunite
in una casa a pregare e leggere testi sacri. In Uzbekistan, i cristiani costituiscono
l’8% della popolazione, contro l’88% di fede musulmana sunnita, e il governo limita
fortemente la libertà confessionale. Nel Rapporto annuale della Commissione statunitense
per la Libertà religiosa (pubblicato lo scorso 30 aprile) il governo di Tashkent compare
nella lista dei 15 governi inseriti sotto la voce "Paesi oggetto di particolare attenzione".
(E.S.)