Il card. Bagnasco: grati al Papa per l'incoraggiamento al nostro ruolo di Pastori
Con una conferenza stampa del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza
episcopale italiana, si è chiusa la 65.ma Assemblea generale annuale dei vescovi,
iniziata lunedì e segnata ieri dalla solenne Professione di fede presieduta da Papa
Francesco che, ha detto il cardinale Bagnasco, “ci ha incoraggiati a proseguire con
fiducia e rigore il nostro ruolo di pastori”. Il servizio di Gabriella Ceraso:
“Le tematiche
della nostra assemblea si aprono al momento storico che viviamo come chiesa italiana:
il cuore è ed è stato il tema educativo”, ha spiegato il cardinale Angelo Bagnasco,
in particolare i criteri di scelta e formazione degli educatori affinché la loro opera
sia efficace. Dalla comunità cristiana, primo grembo dell’educazione, ai genitori,
invece, i primi attori in quest’ambito. Poi, la riflessione che scaturisce da quella
educativa e sui cui i vescovi hanno dibattuto in questi giorni, e cioè la relazione
“Umanesimo e umanesimi”, che sarà approfondita anche nel prossimo Convegno ecclesiale
di Firenze. Ma il cuore di queste giornate è stato sicuramente l’incontro avuto ieri
con il Papa:
“I vescovi italiani sono molto grati di questo incontro, di
questo incoraggiamento, di queste linee di indirizzo che ci ha confermato e che ci
ha incoraggiato a proseguire con fiducia e anche, naturalmente, con grande rigore
– spirituale, morale e pastorale – per essere noi, vescovi, davanti al gregge
- come ci ha detto – ma non solo davanti al gregge per dare l’esempio, ma anche nel
gregge e anche dietro al gregge: sono tre piccole
parole che però sono molto significative e che descrivono in modo puntuale l’immersione
totale del pastore dentro al suo popolo”.
Anche il richiamo fatto dal
Pontefice – un richiamo fraterno – alla vigilanza, alla santità, all’amore a Gesù
Cristo innanzitutto, rifuggendo l’attaccamento alle cose o il carrierismo, ha detto
il cardinale Bagnasco rispondendo ai giornalisti, è un appello che i vescovi sentono
in prima persona e di cui sono grati al Pontefice. Un appello che si pone sulla scia
di quanto detto sempre anche da Benedetto XVI. Il cardinale Bagnasco:
“C’è
sempre bisogno di richiamarci e di essere richiamati alla santità. Santità vuol dire
anche vigilanza, guardare a Cristo ma anche vigilare su noi stessi. La dottrina cattolica,
la fede ci insegna che le conseguenze del peccato originale e dei nostri peccati personali
restano: le conseguenze sono una inclinazione, una debolezza verso il male in tutte
le sue forme. Quindi, è provvidenziale, opportuno questo richiamo alla vigilanza per
noi pastori, rispetto a tutte le forme di ambizione personale, di attaccamento al
denaro, alle cose del mondo …”.
Con i giornalisti, il presidente della
Cei è tornato a sottolineare il ‘sì’ all’impegno al dialogo con le istituzioni italiane,
che è proprio della Conferenza episcopale, come dettano i documenti stessi della chiesa.
E’ tornato anche a sottolineare il timore per gli ultimi dati sul lavoro e la crisi
industriale in Italia, ribadendo che l’approccio solo finanziario a questo problema
è limitato:
“Non ci può essere una soluzione al problema industriale, serio,
con la sola preoccupazione di sanare i debiti. Insieme ci dev’essere un reale, incisivo
e possibile piano di rilancio e di sviluppo industriale. Perché perdere delle parti,
perdere dei pezzi, potrebbe avere in prospettiva conseguenze anche molto gravi”.
E
alla domanda se sia opportuno o meno "vendere le chiese", in questo contesto di crisi
attuale, il cardinale Bagnasco ribadisce, tornando sulle parole che il Papa ha rivolto
alla Caritas internationalis, che quello è stato semplicemente un richiamo, un richiamo
a fare di più. Ma i sacerdoti – sottolinea il porporato – non si tirano mai indietro
e sono sempre in attività per reperire risorse.
Riguardo ai funerali da celebrare
domani per don Andrea Gallo a Genova, il cardinale sgombra il campo dalle polemiche
e da falsità che sono state dette: “Celebro i funerali di tutti i miei preti che tornano
a Dio: questa non è un’eccezione. Lo ritengo un mio dovere”:
“Dentro a questo
rapporto di dialogo, di stima, di affetto – di affetto! – che il vescovo ha per tutti
i suoi sacerdoti, abbiamo vissuto questi anni. Io a volte ho chiesto spiegazioni,
sollecitato anche da altre persone, e si è cercato insieme di fare chiarezza nella
stima, nell’affetto reciproco”.
Non è mancato nemmeno il riferimento ad
un altro sacerdote, don Pino Puglisi, di cui domani si celebrerà la Beatificazione
a Palermo: definirlo solo un prete della lotta alla mafia è assolutamente riduttivo.
Così il cardinale Bagnasco:
“E’ gravemente riduttivo, perché in odium
fidei, in quanto sacerdote che faceva il suo dovere, specialmente sul piano
educativo, è stato ucciso. Quindi, martire”.
Presentato in Conferenza stampa
anche lo schema della ripartizione dell'8 per mille: la Chiesa italiana potrà disporre
per il 2013 di circa 115 milioni in meno rispetto all'anno precedente. Il dato costringe
i vescovi a rimodulare le sue voci di bilancio, approvate a chiusura dell'Assemblea
generale della Conferenza episcopale italiana. "Questo calo - precisa il cardinale
Angelo Bagnasco - è frutto più di una diminuzione del reddito complessivo degli italiani
che non di una scelta dei contribuenti. Infatti, il numero di coloro che hanno destinato
l'8 per mille alla Chiesa cattolica è diminuito in maniera quasi impercettibile".
In totale, si passa da 1 miliardo 148 milioni 76mila euro del 2012 a 1 miliardo 32
milioni 667mila euro del 2013. Nella rimodulazione delle voci di bilancio, le esigenze
di culto e per la pastorale scendono da 479 milioni a 421 milioni, di interventi caritativi
da 255 milioni a 240 milioni. "Ma non diminuiranno nel loro complesso", assicura il
cardinale Bagnasco, mentre si passa da 364 a 382 milioni per il sostentamento del
clero.