2013-05-24 16:02:31

Il card. Bagnasco: grati al Papa per l'incoraggiamento al nostro ruolo di Pastori


Con una conferenza stampa del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, si è chiusa la 65.ma Assemblea generale annuale dei vescovi, iniziata lunedì e segnata ieri dalla solenne Professione di fede presieduta da Papa Francesco che, ha detto il cardinale Bagnasco, “ci ha incoraggiati a proseguire con fiducia e rigore il nostro ruolo di pastori”. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

“Le tematiche della nostra assemblea si aprono al momento storico che viviamo come chiesa italiana: il cuore è ed è stato il tema educativo”, ha spiegato il cardinale Angelo Bagnasco, in particolare i criteri di scelta e formazione degli educatori affinché la loro opera sia efficace. Dalla comunità cristiana, primo grembo dell’educazione, ai genitori, invece, i primi attori in quest’ambito. Poi, la riflessione che scaturisce da quella educativa e sui cui i vescovi hanno dibattuto in questi giorni, e cioè la relazione “Umanesimo e umanesimi”, che sarà approfondita anche nel prossimo Convegno ecclesiale di Firenze. Ma il cuore di queste giornate è stato sicuramente l’incontro avuto ieri con il Papa:

“I vescovi italiani sono molto grati di questo incontro, di questo incoraggiamento, di queste linee di indirizzo che ci ha confermato e che ci ha incoraggiato a proseguire con fiducia e anche, naturalmente, con grande rigore – spirituale, morale e pastorale – per essere noi, vescovi, davanti al gregge - come ci ha detto – ma non solo davanti al gregge per dare l’esempio, ma anche nel gregge e anche dietro al gregge: sono tre piccole parole che però sono molto significative e che descrivono in modo puntuale l’immersione totale del pastore dentro al suo popolo”.

Anche il richiamo fatto dal Pontefice – un richiamo fraterno – alla vigilanza, alla santità, all’amore a Gesù Cristo innanzitutto, rifuggendo l’attaccamento alle cose o il carrierismo, ha detto il cardinale Bagnasco rispondendo ai giornalisti, è un appello che i vescovi sentono in prima persona e di cui sono grati al Pontefice. Un appello che si pone sulla scia di quanto detto sempre anche da Benedetto XVI. Il cardinale Bagnasco:

“C’è sempre bisogno di richiamarci e di essere richiamati alla santità. Santità vuol dire anche vigilanza, guardare a Cristo ma anche vigilare su noi stessi. La dottrina cattolica, la fede ci insegna che le conseguenze del peccato originale e dei nostri peccati personali restano: le conseguenze sono una inclinazione, una debolezza verso il male in tutte le sue forme. Quindi, è provvidenziale, opportuno questo richiamo alla vigilanza per noi pastori, rispetto a tutte le forme di ambizione personale, di attaccamento al denaro, alle cose del mondo …”.

Con i giornalisti, il presidente della Cei è tornato a sottolineare il ‘sì’ all’impegno al dialogo con le istituzioni italiane, che è proprio della Conferenza episcopale, come dettano i documenti stessi della chiesa. E’ tornato anche a sottolineare il timore per gli ultimi dati sul lavoro e la crisi industriale in Italia, ribadendo che l’approccio solo finanziario a questo problema è limitato:

“Non ci può essere una soluzione al problema industriale, serio, con la sola preoccupazione di sanare i debiti. Insieme ci dev’essere un reale, incisivo e possibile piano di rilancio e di sviluppo industriale. Perché perdere delle parti, perdere dei pezzi, potrebbe avere in prospettiva conseguenze anche molto gravi”.

E alla domanda se sia opportuno o meno "vendere le chiese", in questo contesto di crisi attuale, il cardinale Bagnasco ribadisce, tornando sulle parole che il Papa ha rivolto alla Caritas internationalis, che quello è stato semplicemente un richiamo, un richiamo a fare di più. Ma i sacerdoti – sottolinea il porporato – non si tirano mai indietro e sono sempre in attività per reperire risorse.

Riguardo ai funerali da celebrare domani per don Andrea Gallo a Genova, il cardinale sgombra il campo dalle polemiche e da falsità che sono state dette: “Celebro i funerali di tutti i miei preti che tornano a Dio: questa non è un’eccezione. Lo ritengo un mio dovere”:

“Dentro a questo rapporto di dialogo, di stima, di affetto – di affetto! – che il vescovo ha per tutti i suoi sacerdoti, abbiamo vissuto questi anni. Io a volte ho chiesto spiegazioni, sollecitato anche da altre persone, e si è cercato insieme di fare chiarezza nella stima, nell’affetto reciproco”.

Non è mancato nemmeno il riferimento ad un altro sacerdote, don Pino Puglisi, di cui domani si celebrerà la Beatificazione a Palermo: definirlo solo un prete della lotta alla mafia è assolutamente riduttivo. Così il cardinale Bagnasco:

“E’ gravemente riduttivo, perché in odium fidei, in quanto sacerdote che faceva il suo dovere, specialmente sul piano educativo, è stato ucciso. Quindi, martire”.

Presentato in Conferenza stampa anche lo schema della ripartizione dell'8 per mille: la Chiesa italiana potrà disporre per il 2013 di circa 115 milioni in meno rispetto all'anno precedente. Il dato costringe i vescovi a rimodulare le sue voci di bilancio, approvate a chiusura dell'Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. "Questo calo - precisa il cardinale Angelo Bagnasco - è frutto più di una diminuzione del reddito complessivo degli italiani che non di una scelta dei contribuenti. Infatti, il numero di coloro che hanno destinato l'8 per mille alla Chiesa cattolica è diminuito in maniera quasi impercettibile". In totale, si passa da 1 miliardo 148 milioni 76mila euro del 2012 a 1 miliardo 32 milioni 667mila euro del 2013. Nella rimodulazione delle voci di bilancio, le esigenze di culto e per la pastorale scendono da 479 milioni a 421 milioni, di interventi caritativi da 255 milioni a 240 milioni. "Ma non diminuiranno nel loro complesso", assicura il cardinale Bagnasco, mentre si passa da 364 a 382 milioni per il sostentamento del clero.







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