Dalla Russia una forte testimonianza di fede nata dalla sofferenza
Una discussione della tesi di laurea come tante, all’Angelicum, ma con un significato
tutto particolare: la pubblicazione avviene grazie alla "Fondazione Santina Zucchinelli",
nata dopo la morte a dicembre dell’anziana donna conosciuta in varie parti del mondo
per la sua testimonianza di amore e speranza nella sofferenza. Il servizio di Fausta
Speranza:
Elena Chahiska
viene dalla Russia:
“Ho studiato a Mosca e ho lavorato anche nell’ambito
della giurisprudenza in Russia; ho poi vinto un concorso e sono andata a lavorare
in Procura a Leopoli, nell’Ucraina occidentale. Nel ’98, ho conosciuto un sacerdote
di un Istituto religioso di diritto pontificio dei Padri basiliani - un sacerdote
anziano, un padre spirituale, padre Metodio - che mi ha aiutato ad approfondire il
rapporto con Dio. La nostra Chiesa è stata perseguitata ai tempi dell’Unione Sovietica,
durante il regime comunista, quindi tanti sacerdoti sono stati trasportati in Siberia
e sono stati uccisi o carcerati. La nostra Chiesa cristiana ha quindi sofferto tanto.
Padre Metodio, per me, è stato un esempio brillante di un uomo dalla fede salda, con
uno spirito molto forte”.
Elena, nel suo percorso di fede, arriva a Roma
per gli studi di Diritto canonico all’Università Lateranense e all’Angelicum. Nel
percorso di Elena, c’è anche un altro incontro particolare: quello con Santina Zucchinelli,
una donna di Bergamo, diventata famosa per la sua testimonianza di fede nella sofferenza
della semi immobilità, che l’ha colpita negli ultimi anni di vita.
“Mi
ha colpito moltissimo la storia di Santina Zucchinelli, che mostrava al mondo, malgrado
la sua disabilità, la fede. Questo sorriso benedetto rispecchiava per me il cielo”.
La
vicenda di Santina è raccontata da tre libri. L’ultimo si intitola “E’ quando sono
debole che sono forte”, della Velar Edizioni, e sarà spunto di dibattito in un incontro
organizzato il prossimo 29 maggio a L’Aquila. Nei suoi ultimi difficili anni di vita,
nonostante tutto Santina torna a pregare a Gerusalemme dove oggi riposano le sue spoglie.
E poi si avventura in angoli di mondo impensabili per un malato, dai Santuari in Europa,
alle missioni in Africa. Ovunque, medici, infermieri, persone comuni hanno parole
straordinarie per l'insegnamento di vita raccolto da questa donna sempre più debole.
A tanti ha insegnato a pregare:
“L’amore, la speranza, l’umiltà, andare
avanti e combattere il male. Se sei con Dio e con gli Angeli, il male non ti tocca
davvero mai. Bastava guardare i suoi occhi. Uno sguardo talmente profondo che rispecchiava
la sua anima, che per me era un’anima giovane, bella, forte, che dava l’esempio a
tutti. La sua sofferenza ha dimostrato la sua santità. Non dobbiamo, infatti, andare
sulle montagne per trovare la santità, essere monaci, eremiti, martiri. Il martirio
è questo, nel quotidiano. Santina è stata una donna molto credente, che soffriva tanto,
e che attraverso la sua sofferenza ha potuto fare il bene, ha potuto fare tante opere
di bene”.
Frutti d’amore che sopravvivono alla scomparsa di Santina. La
"Fondazione Santina Zucchinelli", appena nata, già sostiene diverse Borse di studio
per giovani ricercatori. Gli studi di Elena sono solo un esempio concreto.