Ban Ki-moon a Goma: "Un'occasione per la pace". Presto forze Onu contro i ribelli
“Abbiamo la migliore occasione in molti anni di portare pace e sviluppo a questa regione”.
Lo ha detto il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, durante la sua
visita a Goma, nell’est della repubblica Democratica del Congo. Le forze dell’Onu,
se necessario, potranno usare anche la forza contro i movimenti ribelli, ha detto
Ban, che ha anche incontrato, a Kigali, il presidente del Rwanda. Ascoltiamo Davide
Maggiore:
La brigata Onu
di 3000 uomini che potrà combattere i ribelli sarà pronta da qui “a uno o due mesi”
ha detto Ban Ki-moon, che ha sottolineato la differenza tra il mandato di questa forza
e quello, solo difensivo, dei 17 mila caschi blu già schierati nell’area. Nei prossimi
mesi, le Nazioni Unite utilizzeranno anche droni di sorveglianza per controllare la
frontiera congolese: attraverso questa, movimenti ribelli come M23 ricevono – secondo
vari rapporti internazionali – aiuti dai paesi vicini, che negano però ogni responsabilità.
La comunità internazionale accompagnerà il contrasto ai ribelli con progetti di sviluppo
locale: la Banca Mondiale ha annunciato lo stanziamento di un miliardo di dollari
in aiuti. Tra esercito e ribelli, intanto è calma relativa dopo alcuni giorni di scontri.
Nonostante il cessate il fuoco annunciato dal movimento M23, però, tre persone sono
state uccise da colpi di artiglieria a Goma, a poche ore dall’arrivo di Ban Ki-moon.
Come fermare la violenza? Massimiliano Menichetti lo ha chiesto a don Piero Gavioli,
missionario a Goma:
R. – Il gruppo ribelle è chiaramente sostenuto dal Rwanda
e in parte forse dall’Uganda, quindi, per noi, la prima cosa è una pressione internazionale
molto forte. Poi anche una pressione forse su Kabila, sul nostro governo, perché non
ha un atteggiamento molto chiaro. Qualche volta ci sembra quasi che ci siano accordi
segreti per far prolungare la situazione e per non risolverla. Quindi pressione dei
due lati senz’altro. E poi i gruppi armati vengono perché lo sviluppo è indietro.
Il nostro governo anche se si pronuncia per una politica sociale, qui, nella zona
non l’ha fatta finora. Ci dovrebbe essere tutto uno sviluppo economico che permetterebbe
ai vari giovani di trovare lavoro e di non iscriversi troppo facilmente nei gruppi
armati. Le due cose, pressione internazionale e sviluppo.
D. - Viene vissuta
con speranza la visita di Ban ki-Moon?
R. – Speriamo perché è un passo in più.
Le sue dichiarazioni sono belle però c’è anche molto scetticismo. La popolazione è
stanca da tutte due le parti perché non è stata trattata bene e con rispetto.