Ancora morte in Siria, mentre si discute della Conferenza di pace a Ginevra di giugno
In Siria la guerra continua a seminare morte e distruzione. E’ particolarmente violento
lo scontro attorno alla città strategica di Qusayr, vicino al confine con il Libano.
Intanto entra nel vivo la preparazione della conferenza di pace di Ginevra a metà
giugno. Da ieri a Instanbul si ritrova la Coalizione nazionale siriana, principale
componente dell'opposizione. Già si discute di strategie di uscita per il presidente
Assad, ma non è ancora chiaro ancora chi rappresenterà a Ginevra l'opposizione. Il
servizio di Marina Calculli:
Riunita a Istanbul
per tre giorni l’opposizione sta valutando se partecipare al cosiddetto “Ginevra 2”,
la conferenza di pace proposta da Mosca e Washington. L'ex leader della Coalizione
nazionale, al-Khatib, dopo le sue dimissioni rilancia la palla: un salvacondotto per
Assad, la sua famiglia e 500 membri del regime. Khatib in cambio chieda che il presidente
"accetti una transizione pacifica e trasferisca pieni poteri al suo vice al-Sharaa
o al premier al-Halqi”. Potrebbe essere questo un tentativo parallelo alla conferenza
di Ginevra, le cui possibilità di produrre risultati già sono scarsissime. Bashar
stesso d’altra parte ha detto ieri: “coloro che ad Amman hanno partecipato in veste
di rappresentanti del popolo siriano hanno distrutto tutti i propositi di Ginevra”.
Sul terreno intanto l’esercito lealista avanza, anche grazie all’aiuto dei militanti
libanesi di Hezbollah. Nella Tripoli libanese, influenzata dal conflitto siriano,
i morti hanno raggiunto ieri quota 18. L’ONU rinnova l’appello perché il Libano rimanga
neutrale rispetto a ciò che avviene oltreconfine. Ma le dinamiche tra i due paesi
sembrano già inesorabilmente intrecciate.