A Milano, incontro sull'esperienza delle "Cellule parrocchiali di evangelizzazione"
Si è svolto a Milano, nella chiesa di Sant’Eustorgio, il 24.mo Seminario internazionale
sul Sistema di Cellule Parrocchiali di evangelizzazione. Un incontro iniziato lunedì
scorso e che ha visto la partecipazione di 300 persone provenienti anche dall’Indonesia,
l’Uganda e la Repubblica Democratica del Congo. Un sistema di evangelizzazione che
vede nelle parrocchie il cuore dell’annuncio e che mira a trasformarle da “giganti
addormentati” in “parrocchie in fiamme”. “Una Chiesa che evangelizza – ha detto ieri
il Papa all’udienza generale – deve partire sempre dalla preghiera”: una frase che
don Pigi Perini, presidente dell’Organismo Internazionale di servizio per e
cellule parrocchiali, commenta così al microfono di Benedetta Capelli:
R. – Per noi
è stato proprio così. Quando ho scoperto le "Cellule", io ho scoperto l’Adorazione
eucaristica. Quando abbiamo cominciato qui a Milano, nel 1987, la prima cosa che abbiamo
fatto è stata proprio quella di stabilire turni di Adorazione per due giorni alla
settimana. Nel giro di pochi giorni l’Adorazione è diventata continua. C’è una sete
di Dio nel popolo cristiano che è incredibile, una sete di intimità con Dio che è
eccezionale. Io ho imparato questo, che anche per l’Evangelizzazione pratica è indispensabile
mandare avanti, in avanscoperta, lo Spirito Santo dicendo: rendimi il cammino consono,
evitami gli errori, fammi dimenticare di me stesso, e parla tu attraverso di me. Questa
è pura azione dello Spirito Santo.
D. - Di cellule parrocchiali di evangelizzazione
si è parlato molto in questi ultimi tempi perché lo scorso fine settimana c’è stato
questo grande incontro con Papa Francesco, i movimenti, ma appunto anche le cellule
parrocchiali di evangelizzazione… La parrocchia che è stata un po’ rimessa al centro
del discorso della Nuova evangelizzazione: questo quanto vi ha fatto piacere e soprattutto
che stimoli nuovi vi ha dato?
R. – Purtroppo la parrocchia era data per sconfitta.
La parrocchia non era ambiente di evangelizzazione, e la nostra fatica è stata quella
di riuscire a convincere che la parrocchia può essere l’iniziatrice dell’evangelizzazione.
Io dico sempre che se nel mondo le parrocchie, tutte, si impegnassero, almeno con
una persona, a evangelizzare ci sarebbe la rivoluzione. Una rivoluzione positiva,
di conoscenza del Signore Gesù, di osservanza delle sue leggi, di radicale incarnazione
della sua Parola!
D. - Cosa vi ha lasciato l’incontro con Papa Francesco, questa
due giorni in piazza San Pietro, una vera e propria festa della fede…
R. –
Sì è stata una vera e propria festa. Quest’anno la caratteristica è stata il Papa,
il Papa che parla la lingua estremamente semplice e adatta ad ogni orecchio.
D.
– Qual è stata la frase, il pensiero, che più l’ha colpita di quanto ha detto Papa
Francesco?
R. – Quando ha detto: io sono entrato sommerso dagli applausi, però
l’applauso doveva essere un altro, l’invocazione a Gesù. Gesù, Gesù, Gesù! Quando
il Papa parlava - diceva: non avete invocato Gesù - io ho sofferto perché era proprio
quello che sentivo nel cuore.
D. - Veniamo al 24.mo seminario internazionale
sul sistema di cellule parrocchiali di evangelizzazione. Cosa è venuto fuori da questo
vostro incontro?
R. – Il fatto che sia il 24.mo ci dice che c’è un’esperienza
antica ed è stato un crescendo, sia nel numero che nella profondità dei cambiamenti.
Noi stiamo insistendo sul ruolo dello Spirito Santo: il cambiamento radicale di mentalità
del parroco che non deve limitarsi a curare la crescita puntuale dei suoi fedeli,
ma ciascuno. Predicate il Vangelo a tutte le creature. Bisogna seguire il suo esempio:
lascia le cento pecore nell’ovile per andare a cercare l’ultima.