Udienza generale. Il Papa: lo Spirito Santo è il vero motore dell'evangelizzazione
All’udienza generale di stamani il Papa ha proseguito la sua catechesi sul Credo,
soffermandosi sull’articolo: «Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica».
“C’è un profondo legame tra queste due realtà di fede – ha detto - : è lo Spirito
Santo, infatti, che dà vita alla Chiesa, guida i suoi passi. Senza la presenza e l’azione
incessante dello Spirito Santo, la Chiesa non potrebbe vivere e non potrebbe realizzare
il compito che Gesù risorto le ha affidato di andare e fare discepoli tutti i popoli
(cfr Mt 28,18). Evangelizzare è la missione della Chiesa, non solo di alcuni, ma la
mia, la tua, la nostra missione. L’Apostolo Paolo esclamava: «Guai a me se non annuncio
il Vangelo!» (1Cor 9,16). Ognuno deve essere evangelizzatore, soprattutto con la vita!
Paolo VI sottolineava che «evangelizzare… è la grazia e la vocazione propria della
Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare» (Esort. ap. Evangelii
nuntiandi, 14)”.
Il Pontefice ha posto questa domanda: “Chi è il vero motore
dell’evangelizzazione nella nostra vita e nella Chiesa? Paolo VI scriveva con chiarezza:
«È lui, lo Spirito Santo che, oggi come agli inizi della Chiesa, opera in ogni evangelizzatore
che si lasci possedere e condurre da Lui, che gli suggerisce le parole che da solo
non saprebbe trovare, predisponendo nello stesso tempo l’animo di chi ascolta perché
sia aperto ad accogliere la Buona Novella e il Regno annunziato» (ibid., 75). Per
evangelizzare, allora, è necessario ancora una volta aprirsi all’orizzonte dello Spirito
di Dio, senza avere timore di che cosa ci chieda e dove ci guidi. Affidiamoci a Lui!
Lui ci renderà capaci di vivere e testimoniare la nostra fede, e illuminerà il cuore
di chi incontriamo. Questa è stata l’esperienza di Pentecoste: agli Apostoli, riuniti
con Maria nel Cenacolo, «apparvero lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono
su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare
in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (At
2,3-4). Lo Spirito Santo, scendendo sugli Apostoli, li fa uscire dalla stanza in cui
erano chiusi per timore, li fa uscire da se stessi, e li trasforma in annunciatori
e testimoni delle «grandi opere di Dio» (v. 11). E questa trasformazione operata dallo
Spirito Santo si riflette sulla folla accorsa sul luogo e proveniente «da ogni nazione
che è sotto il cielo» (v. 5), perché ciascuno ascolta le parole degli Apostoli come
se fossero pronunciate nella propria lingua (v. 6)”.
Il Papa ha quindi proseguito:
“Qui c’è un primo effetto importante dell’azione dello Spirito Santo che guida e anima
l’annuncio del Vangelo: l’unità, la comunione. A Babele, secondo il racconto biblico,
era iniziata la dispersione dei popoli e la confusione delle lingue, frutto del gesto
di superbia e di orgoglio dell’uomo che voleva costruire, con le sole proprie forze,
senza Dio, «una città e una torre la cui cima tocchi il cielo» (Gen 11,4). A Pentecoste
queste divisioni sono superate. Non c’è più l’orgoglio verso Dio, né la chiusura degli
uni verso gli altri, ma c’è l’apertura a Dio, c’è l’uscire per annunciare la sua Parola:
una lingua nuova, quella dell’amore che lo Spirito Santo riversa nei cuori (cfr Rm
5,5); una lingua che tutti possono comprendere e che, accolta, può essere espressa
in ogni esistenza e in ogni cultura. La lingua dello Spirito, la lingua del Vangelo
è la lingua della comunione, che invita a superare chiusure e indifferenza, divisioni
e contrapposizioni. Dovremmo chiederci tutti: come mi lascio guidare dallo Spirito
Santo in modo che la mia vita e la mia testimonianza di fede sia di unità e di comunione?
Porto la parola di riconciliazione e di amore che è il Vangelo negli ambienti in cui
vivo? A volte sembra che si ripeta oggi quello che è accaduto a Babele: divisioni,
incapacità di comprendersi, rivalità, invidie, egoismo. Io cosa faccio con la mia
vita? Faccio unità attorno a me o divido, divido, divido con le chiacchiere, le critiche,
le invidie? Cosa faccio? Pensiamo a questo!. Portare il Vangelo è annunciare e vivere
noi per primi la riconciliazione, il perdono, la pace, l’unità, l’amore che lo Spirito
Santo ci dona. Ricordiamo le parole di Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei
discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35)”. C’è poi un secondo
elemento, ha proseguito il Papa: “Il giorno di Pentecoste, Pietro, colmo di Spirito
Santo, si alza in piedi «con gli undici» e «a voce alta» (At 2,14) e «con franchezza»
(v. 29) annuncia la buona notizia di Gesù, che ha dato la sua vita per la nostra salvezza
e che Dio ha risuscitato dai morti. Ecco un altro effetto dell’azione dello Spirito
Santo: il coraggio di annunciare la novità del Vangelo di Gesù a tutti, con franchezza
(con parresia), a voce alta, in ogni tempo e in ogni luogo. E questo avviene anche
oggi per la Chiesa e per ognuno di noi: dal fuoco della Pentecoste, dall’azione dello
Spirito Santo, si sprigionano sempre nuove energie di missione, nuove vie in cui annunciare
il messaggio di salvezza, nuovo coraggio per evangelizzare. Non chiudiamoci mai a
questa azione! Viviamo con umiltà e coraggio il Vangelo! Testimoniamo la novità, la
speranza, la gioia che il Signore porta nella vita. Sentiamo in noi «la dolce e confortante
gioia di evangelizzare» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 80) Perché evangelizzare,
annunziare Gesù ci dà gioia!Invece l’egoismo ci dà amarezza, tristezza, ci porta giù!
Evangelizzare ci porta su!”. Papa Francesco ha poi accennato ad un terzo elemento,
che però – ha precisato – “è particolarmente importante: una nuova evangelizzazione,
una Chiesa che evangelizza deve partire sempre dalla preghiera, dal chiedere, come
gli Apostoli nel Cenacolo, il fuoco dello Spirito Santo. Solo il rapporto fedele e
intenso con Dio permette di uscire dalle proprie chiusure e annunciare con parresia
il Vangelo. Senza la preghiera il nostro agire diventa vuoto e il nostro annunciare
non ha anima e non è animato dallo Spirito”. Quindi ha concluso: “Cari amici, come
ha affermato Benedetto XVI, oggi la Chiesa «sente soprattutto il vento dello Spirito
Santo che ci aiuta, ci mostra la strada giusta; e così, con nuovo entusiasmo, siamo
in cammino e ringraziamo il Signore» (Parole all’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei
Vescovi, 27 ottobre 2012). Rinnoviamo ogni giorno la fiducia nell’azione dello Spirito
Santo, la fiducia che Lui agisce in noi, Lui è dentro noi, Lui ci dà il fervore apostolico,
ci dà la pace, ci dà la gioia. Rinnoviamo questa fiducia, lasciamoci guidare da Lui,
siamo uomini e donne di preghiera, che testimoniano con coraggio il Vangelo, diventando
nel nostro mondo strumenti dell’unità e della comunione con Dio”.