Tre nuovi spazi espositivi al Museo Tecnico Storico di Radio Vaticana
Tre nuovi spazi espositivi nel Museo Tecnico Storico della Radio Vaticana per raccontare
ancora meglio la storia e la vita dell’emittente del Papa. Ieri l’inaugurazione degli
allestimenti nella Palazzina Marconi, sede storica della radio, all’interno dei Giardini
Vaticani. Benedetta Capelli:
Un ampio spazio
nel quale passeggiare, curiosare e appassionarsi alla Radio Vaticana. Si presenta
così, in una veste rinnovata, il Museo Tecnico Storico della nostra emittente. Tre
nuovi allestimenti sono stati presentati ieri al direttore generale, padre Federico
Lombardi, che ha evidenziato alcune peculiarità di questo museo:
“Elemento
assolutamente prezioso nell’insieme della Radio Vaticana, della nostra storia, della
nostra comunità di lavoro. Tra l’altro, in questo museo c’è anche il valore particolare
di essere nel luogo originario della Radio stessa a cui teniamo molto e a cui siamo
molto affezionati. È veramente il luogo più adatto per ripercorre la storia di questa
nostra avventura straordinaria, che viviamo da più di 80 anni”.
Un’avventura,
nata nel cuore del Vaticano, grazie alla straordinaria intuizione di Papa Pio XI e
all’acuta intelligenza di Guglielmo Marconi. E il primo spazio del Museo racconta
proprio questa fase della Radio Vaticana: un percorso che si snoda attraverso gli
strumenti del tempo – microfoni, registratori e ricevitori – quasi tutti perfettamente
funzionanti. Il secondo spazio vede come protagonista il trasmettitore della Radio
nel quale si può addirittura entrare all’interno:
“C’è anche molta intelligenza
nel riutilizzare i pezzi della nostra storia. Entrare dentro un trasmettitore: anche
questa è un’esperienza per me nuova e simpatica! Finora, li ho sempre visti da davanti
adesso il fatto di entrare dentro incuriosisce. Questo è quello che i musei moderni
cercano di fare: dare modo di entrare nelle cose, di utilizzarle. Il fatto che siano
tutti apparati funzionanti – e che quindi permettano anche magari di rivalorizzare
dei documenti storici che ogni tanto si trovano e che vanno riletti con i vari registratori
delle varie epoche – tutto questo è estremamente importante”.
C’è infine
un terzo spazio dedicato alla Radio Vaticana dal 1970 ad oggi. Un piccolo museo, dunque,
ma che non manca di appassionare. Sono infatti molti i ragazzi delle università, gli
esperti di telecomunicazioni e i semplici curiosi che nel corso di quest’anno hanno
fatto una visita. Alido Brinzaglia, direttore del Museo:
“Il Museo
è diventato uno strumento di comunicazione. Basti pensare che in questi ultimi due
mesi abbiamo registrato circa 400 visitatori. Noi utilizziamo il museo non solo per
spiegare la radio, ma anche per spiegare la Radio Vaticana nel passato, oggi e anche
in futuro, con le nuove tecnologie del web che stanno avanzando”.
Un Museo
che vive della passione e della dedizione di tanti tecnici che hanno lavorato alla
Radio Vaticana e “che dimostra – ha evidenziato padre Lombardi – di avere davanti
a sé una vita ed una speranza”.