Siria: Aleppo prega per i vescovi ortodossi a un mese dal loro sequestro
"Pregate per la liberazione di mons. Youhanna Ibrahim e mons. Boulos Yaziji e per
tutta la popolazione siriana". È l'appello di mons. Antoine Audo, arcivescovo caldeo
di Aleppo a un mese dal rapimento dei due prelati ortodossi, avvenuto lo scorso 22
aprile al confine con la Turchia. "Ciò che più ci addolora - dice il prelato all'agenzia
AsiaNews - e rattrista la popolazione è la totale assenza di notizie sulla condizione
dei due vescovi e su dove sono prigionieri". Lo scorso 18 maggio, tutte le chiese
cristiane di Aleppo, cattoliche e ortodosse, hanno organizzato una giornata di preghiera
comune per la Siria. Migliaia di persone hanno partecipato, sfidando le bombe, il
rischio di rapine e rapimenti. Per il vescovo, sacerdoti e leader religiosi sono un
facile obiettivo per criminali ed estremisti: "Io stesso non posso muovermi liberamente
per paura di essere rapito. Dobbiamo pianificare tutti i nostri spostamenti". Il 24
maggio, la Chiesa cattolica di Aleppo terrà un ritiro di preghiera e riflessione nella
cattedrale melchita. Ad esso parteciperanno sacerdoti e vescovi della diocesi. "Gli
esercizi spirituali di quest'anno - racconta il prelato - sono incentrati su quanto
accaduto a mons. Youhanna e mons. Yaziji. Tutte le nostre preghiere e celebrazioni
saranno offerte per loro". Il clima di una città sotto assedio, non limita la vita
della Chiesa, divenuta l'unico segno di speranza in un Paese distrutto. "Siamo nel
tempo di Pasqua - sottolinea mons. Audo - e in tutte le chiese risuona il canto 'Cristo
è risorto Alleluia'. Sentire questa musica in un clima di dolore e guerra, ci commuove".
Nei giorni scorsi, Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, ha lanciato
un appello per la liberazione dei due prelati nell'enciclica patriarcale e sinodale
diffusa in tutte le comunità ortodosse in occasione del 17mo centenario della promulgazione
dell'Editto di Milano. Nel testo, Bartolomeo esprime la sua profonda preoccupazione
e angoscia per "le persecuzioni ancora dilaganti nella terra e in particolare di recente
contro le popolazioni cristiane del Medio Oriente". "Omicidi, rapimenti, minacce e
azioni legali" contro i cristiani: "Condividiamo - si legge nell'enciclica del patriarca
Bartolomeo - il dolore, l'afflizione e le difficoltà che affrontano i cristiani in
Medio Oriente e in Egitto, in particolare l'antico e venerabile patriarcato di Antiochia.
Senza prendere alcuna posizione politica, condanniamo senza esitazione e ancora una
volta ogni forma di violenza contro i cristiani, facendo appello ai potenti della
terra perché facciano rispettare i diritti fondamentali dell'uomo, il diritto alla
vita, la dignità e il diritto di avere un futuro, sapendo e lodando il loro comportamento
pacifico e silenzioso, e il loro costante sforzo a stare lontano da ogni violenza
e conflitto". Da parte sua, "il patriarcato ecumenico non cesserà mai di sostenere
con tutte le forze a sua disposizione, gli sforzi di dialogo pacifico tra le diverse
religioni per una soluzione pacifica dei conflitti e la creazione di un clima di tolleranza,
di riconciliazione e cooperazione tra le persone di ogni religione e di ogni origine
etnica". (R.P.)