2013-05-21 14:10:11

Plenaria migranti. Il card. Vegliò: Papa molto preoccupato per la crisi in Siria


Apre oggi in Vaticano, a Palazzo San Calisto, la 20.ma Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti dedicata al tema “La sollecitudine pastorale della Chiesa nel contesto delle migrazioni forzate”. Scopo della riflessione - che si svilupperà fino a venerdì prossimo - sarà analizzare e promuovere la cura pastorale del fenomeno dei rifugiati e delle persone che si trovano nella mobilità forzata e i cui diritti umani sono violati in tutto il mondo, invitando la comunità internazionale a non sottovalutarlo. Situazioni drammatiche nelle quali, come ha ricordato Papa Francesco, la chiesa deve far sentire la sua presenza di tenerezza. Sui motivi che hanno determinato la scelta di questo tema Fabio Colagrande ha intervistato il card. Antonio Maria Vegliò, presidente del dicastero vaticano della pastorale per i migranti:RealAudioMP3

R. - In questo momento, suscita particolare apprensione quanto sta avvenendo in Siria. Me ne ha parlato il Santo Padre, Francesco, esprimendomi la sua grande preoccupazione. Ogni giorno migliaia e migliaia di persone fuggono dal Paese. Attualmente, più di un milione e 400 mila rifugiati sono riparati nelle nazioni circostanti, soprattutto Libano e Giordania, mentre programmi di sostegno sono solo in parte finanziati dalla comunità internazionale. La sofferenza è enorme. Oltre alle persone che attraversano la frontiera, milioni sono gli sfollati all'interno della stessa Siria. Voglia il Signore ascoltare la nostra preghiera, affinché in questa regione possa tornare la pace! C’è da notare che in tutto il mondo le persone soggette al traffico di esseri umani sono circa 21 milioni: come dire che tre persone su mille sono vittime di questo odioso crimine. Un’altra piaga dolorosa è quella del reclutamento dei bambini per farne dei soldati nei conflitti armati. Senza dimenticare la tratta di persone, che mette in condizioni di irregolarità e di schiavitù un numero incalcolabile di uomini, donne e bambini.

D. - Durante questa plenaria, studierete il documento “Accogliere Cristo nei rifugiati e nelle persone forzate all’emigrazione”. Vuole anticiparci alcuni punti di questo testo?

R. - Si tratta di una guida pastorale che parte da una premessa fondamentale, cioè che ogni politica deve ispirarsi al principio della centralità e della dignità di ogni persona umana. Anzi, è proprio questo principio a far sì che l’assistenza, prestata dalle istituzioni della Comunità internazionale, dai singoli Stati e dagli Organismi ecclesiali, non sia considerata un’“elemosina”, ma un atto dovuto di giustizia, da una parte, e un’autentica testimonianza di misericordia, dall’altra. In tale contesto, la Chiesa avverte come suo compito quello di ristabilire i valori e la dignità umana, specialmente mediante la promozione di una cultura dell’incontro e del rispetto, che risana le ferite subite e apre nuovi orizzonti di integrazione, di sicurezza e di pace. La sfida consiste nel creare zone di tolleranza, speranza, guarigione, protezione. Ciò risponde anche all’appello di Papa Francesco ad andare “nelle 'periferie' dove c’è sofferenza, dove c’è sangue versato, dove c’è cecità che desidera vedere, ci sono prigionieri di tanti cattivi padroni”. (Omelia della Messa del Crisma, 28 marzo 2013).

Ultimo aggiornamento: 22 maggio







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