“I popoli indigeni dell’Africa affrontano molte difficoltà, prima fra tutte il riconoscimento
della loro identità” ha detto Paul Kanyinke Sena, avvocato kenyano, nuovo presidente
del Forum permanente dell’Onu sulle questioni indigene, aprendo a New York un nuovo
ciclo di sessioni incentrate sull’Africa e gli Obiettivi del Millennio visti dai popoli
originari. Kanyinke, primo africano a presiedere il Forum, ha denunciato altri abusi
patiti dai nativi del suo continente, analoghi a quelli sofferti in altre regioni
del mondo: allontanamenti forzati dai territori ancestrali, perdita delle terre, invasione
delle aziende attratte dallo sfruttamento delle risorse naturali. E’ tempo, ha detto,
che i principi dalla Dichiarazione dell’Onu sui diritti dei popoli indigeni si traducano
in realtà, “soprattutto in Africa”. Alle sessioni, che si concluderanno a fine mese,
con la partecipazione di 2000 rappresentanti di comunità autoctone di tutto il pianeta,
si affronteranno, fra l’altro, anche i preparativi per la prossima Conferenza mondiale
sui popoli indigeni in programma nel settembre 2014 e la definizione di un agenda
per lo sviluppo che sostituisca gli Obiettivi del Millennio una volta scaduti, nel
2015. “Dobbiamo proteggere la ricca eredità e i sistemi di valori degli indigeni,
cominciando dall’istruzione e migliorando l’accesso al servizio sanitario, rispettando
al contempo le loro tradizioni” ha detto il segretario generale del Palazzo di Vetro,
Ban Ki-moon, in un messaggio inviato al Forum. In programma c’è anche la presentazione
del primo rapporto sugli Obiettivi del Millennio da una prospettiva indigena, “L’altra
visione”, elaborato dall’Organizzazione nazionale indigena della Colombia (Onic).
Sopravvissuti alle colonizzazioni, i popoli indigeni sostengono a tutte le latitudini
gli stessi principi di base: protezione e difesa della terra, autodeterminazione,
sviluppo basato sul ‘buon vivere’, in equilibrio e armonia con la natura. Chiedono
allo stesso tempo il rispetto della Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale
del Lavoro che prevede la consultazione previa delle popolazioni interessate all’approvazione
di mega-progetti di sfruttamento nei loro territori. (R.P.)