Siria: l’esercito di Assad riconquista la città strategica di Qusayr
Sono almeno una sessantina le vittime della violenta battaglia delle ultime ore a
Qusayr, nel centro della Siria. La roccaforte è stata strappata domenica, dal controllo
dei ribelli ed è tornata nelle mani delle truppe del regime. Nei combattimenti sono
morti, a fianco delle truppe lealiste, decine di miliziani Hezbollah. Il servizio
di Salvatore Sabatino:
Qusayr: una
città strategica per diversi motivi. Si trova vicinissima al confine con il Libano
e a Homs – la terza città della Siria – ed è sulla strada che collega Damasco alla
costa. Ecco perché la battaglia è stata senza esclusioni di colpi; da terra e da cielo,
con artiglieria pesante e bombardamenti aerei che hanno provocato decine di morti.
Tra le vittime ci sarebbero anche una ventina di miliziani libanesi Hezbollah. Non
è un caso che il premier israeliano Netanyahu, ieri, abbia sottolineato che “sarà
fatto tutto il possibile” per impedire il trasferimento di armi ai combattenti del
movimento sciita. Una minaccia, la sua, seguita a quelle giunte dal regime di Damasco,
che sempre ieri ha puntato i suoi missili su Tel Aviv; la città ''sarà colpita - hanno
fatto sapere uomini vicini ad Assad – se ci saranno nuovi raid'' dei caccia dello
Stato ebraico. Maria Grazia Enardu, docente di Storia delle Relazioni Internazionali
presso l’Università di Firenze:
"I missili russi di cui Assad dispone sono
praticamente sempre in mano a consiglieri militari russi, che ne decidono l’uso e
ne guidano il lancio. Questi missili sono pedine da giocare sul terreno di una trattativa
diplomatica, su cui sia Mosca sia Washington hanno concordato dovrebbero avere luogo
in giugno. E a questa trattativa Mosca, e quindi la Siria, vuole arrivare da posizioni
di forza".
Intanto, proprio sulla Conferenza di giugno si accendono le
polemiche. Mosca spinge affinché sia presente anche l’Iran, mentre dice che “non è
giusto fissare una scadenza per le trattative”. Il processo potrebbe essere molto
lungo e difficile, tanto da prevedere mesi, se non anni per giungere ad una soluzione.