Indonesia: a rischio la libertà religiosa. Nuove violenze contro gli ahmadi
Nuove violenze a sfondo confessionale colpiscono l'Indonesia e, anche in questo caso,
l'obiettivo è la minoranza musulmana ahmadi, ritenuta eretica perché non riconosce
Maometto come ultimo profeta ed è vittima di persecuzione e abusi dall'ortodossia
sunnita. L'ultimo assalto è avvenuto nei giorni scorsi alla Baitul Salam Mosque, nel
villaggio di Gempolan, nel sotto-distretto di Pakel, nella provincia di East Java
e segue un analogo episodio avvenuto ai primi di maggio nel West Java, in cui sono
state attaccate case e luoghi di culto. Episodi destinati ad alimentare la polemica
attorno al premio per la difesa della libertà religiosa al presidente Susilo Bambang
Yudhoyono, contestato da leader cattolici e altri esponenti delle minoranze. La moschea
di Baitul Salam è stata attaccata da una folla di centinaia di estremisti, con pietre
e altro materiale provocando danni seri all'edificio. Dietro l'assalto pare vi sia
una situazione di conflitto fra il capo della locale comunità ahmadi e i rivali di
villaggi vicini. Il leader della minoranza "eretica" avrebbe rifiutato il diktat di
interrompere le funzioni e diffondere l'ideologia e il culto ahmadi. Le tensioni interconfessionali
contribuiscono ad alimentare la polemica fra esponenti delle minoranze e i vertici
di governo a Jakarta, alla vigilia dell'assegnazione di un premio al presidente indonesiano
per la tutela della libertà religiosa. Alle critiche espresse dal filosofo e sacerdote
gesuita padre Franz Magnis Suseno, che ha inviato una lettera alla Appeal of Conscience
Foundation (Acf), stigmatizzano la scelta di concedere il World Statesman Award a
Yudhoyono, ha ribattuto con durezza il portavoce del capo di Stato. Nella sua nota
Julian Aldrin Pasha ha accusato il religioso di fomentare lo scontro e di diffondere
una cattiva opinione sulla massima carica istituzionale del Paese. E ha aggiunto che
il riconoscimento è indice delle "buone cose fatte per favorire la pace, l'armonia
confessionale e la democrazia". A fronte delle durissime parole di accusa del portavoce
presidenziale restano i fatti, e le violenze che continuano a colpire le minoranze
religiose. Mentre nel Paese si fa sempre più forte e diffusa l'opinione che alle "vuote
parole e proclami" di Yudhoyono, in rari casi seguano dei fatti concreti soprattutto
in tema di libertà religiosa e tutela delle minoranze. (R.P.)