2013-05-20 19:16:07

Giornata di sangue in Iraq. Il premier promette il pugno di ferro


L’Iraq piomba di nuovo nel sangue. Una novantina i morti e quasi 300 i feriti negli attacchi sferrati ieri in diverse città del Paese. Tra le vittime anche pellegrini sciiti e alcuni agenti di polizia. In serata colpite anche due moschee sciite a Hilla. Duro il premier Al Maliki che annuncia un cambio di strategia e ribadisce: non siamo più disposti a tollerare chi viola la legge e lo Stato. Cecilia Seppia:

Il bilancio degli attacchi odierni in Iraq continua a salire di ora in ora, mentre la polizia è al lavoro per individuare i mandanti delle stragi. Il copione è lo stesso di sempre. 8 autobomba esplose a poca distanza l’una dall’altra, due a Bassòra nel Sud, 5 nei quartieri sciiti di Baghdad e una a Samarra a 150 Km dalla capitale. Tra le vittime anche 8 pellegrini sciiti provenienti dall’Iran. Loro forse, il bersaglio privilegiato. Oltre alle esplosioni anche un’imboscata contro una stazione di polizia nella provincia sunnita di Al Anbar, teatro nella notte di medesimi attacchi e di scontri tra soldati ed insorti: qui sono morti 8 agenti più altri 12 rapiti in precedenza da uomini armati e deceduti durante un fallito blitz per liberarli. Intanto il premier Nuri Al Maliki mostra il pugno duro e punta il dito contro “i politici che dice - con le loro affermazioni settarie, fomentano la violenza”. Durante una conferenza stampa ha poi annunciato il cambio della strategia di sicurezza, e l’imminente sostituzione di alti vertici delle forze dell’ordine.

Ultimo aggiornamento: 21 maggio







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