2013-05-18 07:09:51

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella Solennità di Pentecoste, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù annuncia ai discepoli la discesa dello Spirito Santo:

“Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:RealAudioMP3

E’ difficile non essere presi dal fascino del Vangelo di oggi: il Signore Gesù entra nella sua passione chiedendo per noi al Padre, come frutto del suo sacrificio, il dono dello Spirito Santo, dello Spirito di Verità, e che questo Consolatore resti con noi per sempre. Oggi, giorno di Pentecoste, si compie questa preghiera di Cristo: viene effuso lo Spirito Santo. Con questa effusione dello Spirito viene ricomposta la dispersione, provocata dal peccato, e nasce la Chiesa, nasce la comunità cristiana. L’uomo è strappato dalla solitudine del suo orgoglio, dalla sua incapacità di amare, e viene costituito “fratello”, “sorella” nella casa di Dio. E lo Spirito Santo, spirito di gioia e di comunione, riempie questa casa. Oggi la Chiesa conclude questo tempo di grazia e di letizia particolare che è la Pasqua. Ma proprio il dono dello Spirito che insegna ogni cosa ai discepoli e fa ricordare tutto quello che egli ci ha detto, diventa il ritmo settimanale del giorno del Signore. E ogni domenica è giorno di incontro di queste due grandi sorelle, Pasqua e Pentecoste, che sono il cuore della vita della Chiesa, sono il suo movimento di sistole e diastole, di contrazione e distensione che irrora tutto il corpo con la grazia di Cristo risorto. Accogliamo con abbondanza quest’acqua del Cielo, quest’acqua della vita divina, che è lo Spirito Santo, perché possa lavorare la farina che siamo noi e farla diventare pasta, pane buono per la fame del mondo. Entriamo con fiducia nel tempo nuovo che ci attende, il tempo “per anno” permettendo alle due mani del Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (l’immagine è di S. Ireneo: Adversus haereses, V, 6,1), che come mani di abile vasaio, plasmano il vaso al di dentro e al di fuori, vaso che è ogni uomo, ma anche Chiesa, la comunità cristiana.







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