Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella Solennità di Pentecoste, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù annuncia
ai discepoli la discesa dello Spirito Santo:
“Il Paràclito, lo Spirito Santo
che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò
che io vi ho detto”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione
di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario
“Redemptoris Mater” di Roma:
E’ difficile
non essere presi dal fascino del Vangelo di oggi: il Signore Gesù entra nella sua
passione chiedendo per noi al Padre, come frutto del suo sacrificio, il dono dello
Spirito Santo, dello Spirito di Verità, e che questo Consolatore resti con noi per
sempre. Oggi, giorno di Pentecoste, si compie questa preghiera di Cristo: viene effuso
lo Spirito Santo. Con questa effusione dello Spirito viene ricomposta la dispersione,
provocata dal peccato, e nasce la Chiesa, nasce la comunità cristiana. L’uomo è strappato
dalla solitudine del suo orgoglio, dalla sua incapacità di amare, e viene costituito
“fratello”, “sorella” nella casa di Dio. E lo Spirito Santo, spirito di gioia e di
comunione, riempie questa casa. Oggi la Chiesa conclude questo tempo di grazia e di
letizia particolare che è la Pasqua. Ma proprio il dono dello Spirito che insegna
ogni cosa ai discepoli e fa ricordare tutto quello che egli ci ha detto, diventa il
ritmo settimanale del giorno del Signore. E ogni domenica è giorno di incontro di
queste due grandi sorelle, Pasqua e Pentecoste, che sono il cuore della vita della
Chiesa, sono il suo movimento di sistole e diastole, di contrazione e distensione
che irrora tutto il corpo con la grazia di Cristo risorto. Accogliamo con abbondanza
quest’acqua del Cielo, quest’acqua della vita divina, che è lo Spirito Santo, perché
possa lavorare la farina che siamo noi e farla diventare pasta, pane buono per la
fame del mondo. Entriamo con fiducia nel tempo nuovo che ci attende, il tempo “per
anno” permettendo alle due mani del Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (l’immagine
è di S. Ireneo: Adversus haereses, V, 6,1), che come mani di abile vasaio, plasmano
il vaso al di dentro e al di fuori, vaso che è ogni uomo, ma anche Chiesa, la comunità
cristiana.