Francia, in vigore legge sulle nozze gay: i termini "madre" e "padre" sostituiti col
generico "genitori"
La legge sulle nozze gay in Francia è stata promulgata dal presidente socialista Hollande,
e pubblicata ieri mattina sulla Gazzetta Ufficiale. Il Consiglio costituzionale l’ha
ratificata definitivamente dopo quattro mesi di battaglia parlamentare e di manifestazioni
contrarie. Le coppie dello stesso sesso che contrarranno "matrimonio" rappresenteranno
a tutti gli effetti secondo la legge un nucleo familiare, con la possibilità di adottare
congiuntamente un bambino, o di prendere in adozione quello di uno dei due sposi.
I termini “madre” e “padre” verranno sostituiti con “genitori”, mentre “moglie” e
“marito” si tradurranno in “sposi”. La Francia è il 14.mo Paese al mondo a legalizzare
il "matrimonio gay". Ci sono poi i Paesi che hanno regolarizzato le unioni civili
ma non parlano di matrimonio: nel solo continente europeo sono 21, ma di questi solo
13 prevedono le adozioni per persone dello stesso sesso. Dunque il dibattito è aperto
su diversi fronti. Fausta Speranza ha intervistato il sociologo Francesco
Belletti, presidente del Forum delle famiglie:
R. - Il riconoscimento
del matrimonio gay significa dimenticare ed ignorare davvero la naturalità della differenza
sessuale. Il matrimonio, da sempre, tende a regolare il rapporto tra uomo e donna;
il matrimonio come patto pubblico tende a restituire potere alla donna. Per questo
è un fatto di civiltà, perché senza un patto pubblico le donne sarebbero state sottoposte
spesso al potere degli uomini. Quindi, quest’idea che la differenza sessuale non abbia
niente a che fare con il matrimonio è veramente preoccupante proprio per la custodia
dell’identità dell’umano. Quindi questi Paesi non sono avanti nel progresso, ma stanno
veramente invertendo la rotta e togliendo i fondamenti dell’umano.
D. - Nel
continente europeo sono 21 i Paesi che hanno regolarizzato le unioni civili tra omosessuali,
ma - appunto - non parliamo di matrimonio. Questi Paesi, a suo avviso, sono Paesi
che hanno fatto un passo verso il matrimonio o che, all’opposto, hanno scelto l’unione
civile proprio per “non arrivare al matrimonio”?
R. - Credo che si debba giudicare
caso per caso. Di fatto, storicamente, anche nella strategia delle associazioni che
rappresentano persone omosessuali, questo è un primo passo “verso”. Quindi la logica
è quella del piano inclinato, un passetto per volta. Ma l’obiettivo è quello della
totale parificazione, della totale indifferenza sessuale e della totale uguaglianza
di diritti verso i bambini e verso il matrimonio. Credo che questo sia un momento
grave per l’Europa: la Francia ha preso una decisione sbagliata. Tra l’altro, l’ha
presa con un colpo di mano dell’élite, non ascoltando le piazze che si sono mosse,
non ascoltando l’esistenza di un grande dissenso di tante culture, di tante persone
di varia natura. In Francia non c’è stato uno scontro tra la Chiesa ed il governo
Hollande ma c’è stato uno scontro tra un pezzo di società che crede ancora nella famiglia
ed un pezzo di società che ha fatto una fuga in avanti.
D. - C’è da dire che
anche tra i Paesi che ammettono le unioni sono meno quelli che riconoscono le adozioni
per i gay…
R. - Sì. Già il tema delle unioni civili ha - rispetto al matrimonio
- una sua minore rilevanza giuridica, ed è un segnale di cautela. Poi il tema delle
adozioni è un ulteriore dramma, nel senso che scarica sulle nuove generazioni ipotetici
diritti degli adulti. Diciamo che la letteratura, secoli di storia dell’umanità, anche
il senso comune, riconoscono che per educare un bambino occorre la diversità sessuale,
occorre un padre ed una madre. Se non ci sono o non sono capaci, oggi cerchiamo di
dargli un altro padre ed un’altra madre, perché l’identità di un bambino si costruisce
vedendo dal punto di vista della propria sessualità e vedendo la diversità della sessualità.
Dire che la diversità sessuale non c’entra con l’educazione è un’altra grandissima
fuga in avanti che rischia di far arretrare l’umanità. Credo che sul tema delle adozioni
ci sia veramente una grave emergenza. Di fatto, si sostengono i diritti degli adulti
contro i diritti dei bambini.