2013-05-18 14:06:09

Dalla Chiesa italiana più di 2500 prestiti a famiglie in crisi. Aumentano gli italiani


L'impegno della Chiesa contro la crisi comincia a dare risultata Da metà 2009 ad oggi, da quando la Cei ha attivato il Prestito della Speranza, sono stati erogati quasi 2500 contributi soprattutto a famiglie ma anche a piccole imprese, in principal modo artigiane. Alessandro Guarasci:

Una forma di microcredito. Il progetto prevede appunto un prestito al massimo di seimila euro per le famiglie e di 15mila per le aziende da restituire in 60 mesi a un tasso agevolato. Per l'erogazione e' previsto l'intervento delle principali banche italiane grazie a un accordo tra l'Abi e la Cei. I percettori del reddito sono soggetti in grave difficoltà economica. Dunque: disoccupati, cassaintegrati con un unico reddito in famiglia, persone che non hanno mai lavorato, e piccole imprese a serio di fallimento.

Nel biennio 2009-2010, il 46% delle richieste riguardava il Nord, il 20% circa il Centro, il 33% il Sud. Ed è da notare che il 57% dei richiedenti era italiano. Da un paio di anni a questa parte invece la percentuale di italiani è balzata a oltre l'80%, investendo per oltre il 62% il Mezzogiorno (Campania e Sicilia soprattutto). A richiedere l'intervento del Prestito della Speranza sono per il 67% famiglie in cui la persona che ha perso il lavoro ha tra i 35 e i 54 anni, dunque soggetti nel pieno della capacità produttiva ma che hanno difficoltà a trovare una nuova occupazione. Don Adriano La Regina, responsabile del Prestito della Speranza:

Rimane che, nonostante la sensibilità di parte anche degli operatori bancari, le banche ancora non investono sullo strumento del microcredito. E’ un ritardo - io reputo di natura culturale - che impedisce alle banche di pensare al microcredito come a uno dei segmenti della nuova economica, che può essere a vantaggio anche del profit, che la banca deve fare perché è anche un’azienda.







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